Abusi in famiglia e silenzio forzato: sotto accusa patrigno e madre

L'uomo avrebbe abusato sessualmente della figliastra 12enne. La donna avrebbe messo sotto pressione la bambina, imponendole di non dire nulla.
LUGANO - Abusi. Silenzio forzato. E paura. Sono questi i contorni del processo iniziato oggi alle Assise criminali di Lugano. Alla sbarra, infatti, c'è un 45enne del Luganese che avrebbe abusato sessualmente della sua figliastra, tra il 2017 e il 2019, quando lei aveva tra gli 11 e i 12 anni. Sotto accusa, insieme a lui, anche la moglie 42enne (nonché madre della vittima), che avrebbe imposto alla bambina di non dire niente a nessuno.
Diversi i capi di imputazioni a carico del patrigno: violenza carnale, ripetuta coazione sessuale, ripetuti atti sessuali con fanciulli, coazione e violazione del dovere d'assistenza o educazione. La madre è invece prevenuta colpevole di coazione e violazione del dovere d'assistenza o educazione. Entrambi, infine, sono accusati di sottrazione di minorenne.
«Rapporti buonissimi ma...» - Interrogato dalla giudice Monica Sartori-Lombardi, il 45enne ha dichiarato che con i suoi figli e figliastri «i rapporti sono buonissimi».
«Ho però saputo che le mie figliastre venivano picchiate dal loro padre», ha aggiunto. «E quando ho conosciuto mia moglie lei mi ha detto "mia figlia grande ha problemi psicologici e incubi"».
«Voglio continuare a lavorare e vivere con la mia famiglia» - «Quali sono i suoi obiettivi futuri?» gli ha chiesto poi la giudice. «Sarò molto felice di continuare a lavorare nella mia attività e di continuare a vivere qui con la mia famiglia».
«Siamo una coppia felice» - La 42enne, dal canto suo, ha dichiarato che lei e il marito sono «una coppia felice»: «Non siamo genitori autoritari e cerchiamo sempre di dialogare con i nostri bambini. Mio marito, come padre, ha sempre voglia di vederli».
La donna precisa inoltre che la famiglia è seguita dall'ARP: «Siamo perseguitati. È un incubo».
Infine, rispetto alle sue prospettive future: «In questo momento voglio solo terminare il procedimento penale. Quando saremo in pace potrò dire cosa vorrei fare».
Nel pomeriggio gli imputati verranno interrogati sui fatti.




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