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LUGANO/BALERNALa difesa: «Non è colpevole. Era solo inadeguata per quel ruolo»

16.05.17 - 15:11
L’accusa chiede una pena di 24 mesi per la 51enne accusata di aver maltrattato dodici ospiti del Centro anziani di Balerna. La difesa invece vuole l'assoluzione
Archivio Ti Press
La difesa: «Non è colpevole. Era solo inadeguata per quel ruolo»
L’accusa chiede una pena di 24 mesi per la 51enne accusata di aver maltrattato dodici ospiti del Centro anziani di Balerna. La difesa invece vuole l'assoluzione

LUGANO – «Ai suoi occhi quegli anziani non meritavano di essere trattati con dignità». È con l’intervento della procuratrice pubblica Valentina Tuoni che si è riaperto, nel primo pomeriggio di oggi alle Correzionali, il processo nei confronti della 51enne accusata di una serie di maltrattamenti ai danni di dodici ospiti del Centro anziani di Balerna. Fatti che risalgono agli anni tra il 2008 e il 2011, per i quali la procuratrice chiede una pena detentiva di 24 mesi, sospesi con la condizionale per due anni. «Una pena che tiene conto dell’incensuratezza dell’imputata, di una lieve scemata imputablità, e del tempo trascorso dai fatti».

«Costretti ad affidarsi all’assistente di cura» - «Le vittime sono uomini e donne che all’epoca dei fatti non erano più indipendenti, erano ormai incapaci di imporre la propria volontà ed erano costrette a riporre la loro fiducia nell’assistente di cura» sottolinea Tuoni, aggiungendo: «Persone che necessitavano di una protezione accresciuta, ma che l’imputata ha trattato alla stregua di oggetti». Un comportamento che, sempre secondo l’accusa, la 51enne riconosceva e riconosce ancora oggi come «illecito».

Un processo come spunto – La procuratrice pubblica auspica, inoltre, che questo processo serva come spunto per focalizzare il dibattito della società proprio sulla questione dei maltrattamenti nelle case per anziani.

La difesa: «Coazione? No, vie di fatto» - «Non chiediamo una medaglia, ma che l’imputata sia giudicata per i reati che ha effettivamente commesso. Non c’è traccia di coazione, bensì di vie di fatto». È con queste parole che l’avvocato difensore chiede l’assoluzione dalla maggior parte dei capi d’imputazione, considerando inoltre che «l’imputata non può più essere chiamata a rispondere del reato di vie di fatto, che ormai è prescritto: perché tutti hanno dormito». Il legale ha fatto leva soprattutto sull’inadeguatezza della donna per il compito di assistente di cura: «Un’inadeguatezza che era sotto gli occhi di tutti». La richiesta finale della difesa è dunque di una massiccia riduzione della pena, o al massimo di tre mesi di detenzione, sospesi con la condizionale.

La Corte, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, comunicherà la sentenza oggi a partire dalle 18.20.

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