In aula per aver violentato e percosso la moglie

Oggi a processo il 39enne kosovaro accusato di violenze fisiche e psicologiche contro moglie e figlie
La procuratrice pubblica Pamela Pedretti chiede dai due ai cinque anni di carcere. L'imputato, invece, respinge ogni addebito.
MENDRISIO - È accusato di aver picchiato le sue figlie e sua moglie, con quest'ultima che è stata anche violentata più volte e che doveva vivere segregata in casa.
Oggi, un 39enne kosovaro del Luganese - che finora ha negato tutto - dovrà presentarsi a processo davanti al Tribunale penale cantonale.
I reati ipotizzati dalla procuratrice Pamela Pedretti (che ha richiesto una pena tra i due e i cinque anni di carcere) sono numerosi: violenza carnale, ripetuta; sequestro di persona, ripetuto; coazione, ripetuta e in parte tentata; lesioni semplici, ripetute; violazione del dovere di assistenza o educazione.
In pratica, l'imputato è accusato di aver perpetuamente violentato, minacciato e picchiato la moglie, chiudendola a chiave in sua assenza. Allo stesso tempo, avrebbe impartito un regime di minacce (anche di morte) e violenze fisiche e psicologiche alle sue figlie, obbligandole al silenzio.
La Corte sarà presieduta da Amos Pagnamenta. Siccome l'uomo, difeso dall'avvocato Yasar Ravi, respinge ogni addebito, il processo sarà indiziario.




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