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CANTONEEcco la canicola. Un'ondata che si candida agli annali?

14.07.22 - 15:00
Sarà tra le più lunghe di sempre? L'allerta potrebbe salire al livello 4? Ne parliamo con Marco Gaia di MeteoSvizzera
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Ecco la canicola. Un'ondata che si candida agli annali?
Sarà tra le più lunghe di sempre? L'allerta potrebbe salire al livello 4? Ne parliamo con Marco Gaia di MeteoSvizzera

LUGANO - Almeno per una settimana. Forse per una decina di giorni. L'ondata di caldo che, formalmente, ha timbrato oggi il cartellino in buona parte del nostro cantone, sarà di lunga durata. Ma è ancora troppo presto per dire se questa reclamerà un posto negli annali.

Fra qualche giorno, come ci spiega Marco Gaia, responsabile del Centro regionale Sud di MeteoSvizzera, la situazione sarà più chiara. «I primati, per loro definizione, sono qualcosa di difficile da prevedere». È possibile dire «che questa situazione ha le caratteristiche per diventare un evento che andrà probabilmente ad allungare la serie» delle ondate più lunghe, che si verificano in genere «ogni 8-10 anni», ma «per dire se arriveremo a 10, 12 o 14 giorni, è ancora prematuro».

L'allerta potrebbe salire di grado? «Possibilità minima»
Dati alla mano, l'ondata più lunga, con riferimento alla stazione di rilevamento di Lugano, risale al mese di luglio del 2015. In quell'occasione furono ben 13 i giorni consecutivi di allerta, con una temperatura media complessiva del periodo di 27.1 gradi centigradi. In quei giorni, lo stato di allerta fu prolungato "strada facendo" e oscillò tra i livelli 3 e 4 di pericolo. Potrebbe accadere anche nel corso di questa ondata? Anche in questo caso l'incertezza resta al timone, anche se un possibilità ridotta che si passi da pericolo "marcato" a "forte" c'è, come indicato dai modelli d'insieme sulle previsioni. «Calcoliamo diversi scenari. Ne stabiliamo una ventina, con punti di partenza leggermente diversi ma che sono tutti plausibili, e poi osserviamo come e dove vanno a concludersi», precisa Gaia.

La questione si fa quindi puramente matematica. Un esempio: «Se su 20 possibilità ce ne sono 17 che restituiscono uno scenario di livello 3», sarà quella l'indicazione presa in considerazione. Ma, prosegue il meteorologo, descrivendo a questo punto anche il quadro di previsioni sull'ondata attualmente in corso, ce ne sono anche un paio che puntano al livello 4. In altre parole «è una possibilità», sebbene non sia predominante, e come tale «la teniamo d'occhio», informando anche le autorità - in particolare l'Ufficio del Medico cantonale - di questa «piccola probabilità». In breve però, lo scenario più probabile per i prossimi giorni è quello di un'ondata che si manterrà per tutta la sua durata sull'attuale livello di allerta.

Ondate di caldo prolungate: i precedenti in Ticino
Alle spalle dell'ondata canicolare del 2015, sempre con il riferimento su Lugano, si trovano - tracciando una graduatoria dei cinque periodi più lunghi - tre occasioni in cui il caldo non allentò la sua pressione per 12 giorni consecutivi (nel 1928, nel 1945 e nella caldissima estate del 2003), con temperature medie registrate tra i 26.7 e i 27.1 gradi e massime fino a quasi 36 gradi, e infine un'ondata di 9 giorni, a cavallo tra i mesi di luglio e agosto del 1947.

Tre di queste risalgono quindi al secolo scorso. E si potrebbe cascare, con un pizzico di malafede, nella tentazione di sostenere che quindi quello del riscaldamento non è un problema di oggi. E che quindi il caldo estivo, anche estremo, è tutto sommato normale. Una provocazione, ovviamente, sulla quale Gaia ci aiuta a fare chiarezza. «Bisogna essere consapevoli che gli eventi estremi come questi sono solo una parte del discorso» e, di conseguenza, uno strumento non adeguato, se preso da solo, a misurare l'entità di un problema complesso come quello del riscaldamento globale. «Fare un'analisi sugli estremi è delicato. Perché per loro natura sono rari».

Gli indicatori a cui possiamo affidarci sono altri. «Dall'aumento della frequenza delle ondate di caldo a quello delle temperature medie. Ad esempio il numero dei giorni con temperature massime situate oltre i 30 gradi, che è in crescita». E così anche quello delle notti tropicali (con temperature minime non inferiori ai 20 gradi, ndr.). Eventi meno estremi, ma che gradualmente stanno ridisegnando la nostra normalità.

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