I batteri irrobustiti dai farmaci causano una decina di decessi ogni anno. Il medico cantonale: «Ancora divario rispetto alla Svizzera interna».
LUGANO - Divoratori di pillole. Il Ticino è tra i cantoni con il più alto consumo di antibiotici in Svizzera, e non è una buona notizia. L'abitudine dei ticinesi di "imbottirsi" di microbicidi è un problema poco conosciuto e sottovalutato. Ma che preoccupa gli esperti.
Il record italiano - I dati allarmanti arrivano dall'Italia. In tempo di allerta coronavirus, la resistenza sempre maggiore dei germi ai medicamenti torna d'attualità. Nel Belpaese causa 10mila morti l'anno secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità (Iss), un record europeo che non è privo di conseguenze per il Ticino. «La grande mobilità di persone influisce sulla diffusione nel nostro territorio» spiega il medico cantonale Giorgio Merlani. «Ma ci sono anche altri fattori».
Ticino maglia nera - Il clima, forse. Di sicuro le abitudini dei pazienti. Ma anche di medici e farmacisti. Fatto sta che per alcuni dei germi più resistenti – come lo stafilococco aureo – in Ticino «si registrano livelli più alti rispetto alla Svizzera interna, ma più bassi rispetto alla Lombardia». La media dei decessi è stimabile «in una decina di casi l'anno».
Laghi ammalati - Il problema ha già attirato l'attenzione della politica. In una risposta a un'interrogazione di Tiziano Galeazzi (Udc) a settembre il Consiglio di stato spiegava di «stare monitorando» la situazione, in particolare la diffusione di antibiotici nel Ceresio e nel Verbano (un indicatore del consumo umano).
Campagne di sensibilizzazione - Il medico e il farmacista cantonale, dal canto loro, hanno «promosso diverse campagne di sensibilizzazione presso i medici e le farmacie» ricorda Merlani. Dall'anno scorso ad esempio i farmacisti ticinesi sono autorizzati ad aprire le confezioni di antibiotici, e «consegnare ai malati un esatto numero di pillole onde evitare un uso eccessivo».
«Persone già malate» - Il rischio non è immediato, va detto. «In genere le persone decedute a causa di germi resistenti erano già ospedalizzate per altri motivi, spesso anziani con gravi problemi di salute» precisa l'esperto. «Con una seria sensibilizzazione e uno sforzo da parte delle case farmaceutiche, tuttavia, il problema potrebbe essere contenuto». Di malattie preoccupanti, dopotutto, in giro ce ne sono già abbastanza.