
LOCARNO - La storia del viaggio di Jonathan Duca e del suo piccolo gattino Jek nasce dopo un tragico incidente automobilistico avvenuto in Vallemaggia un giorno di fine maggio di cinque anni fa. Si aprì allora un lungo e difficile calvario medico: trauma cranico, coma, 18 interventi e una protesi in testa. Tutto questo ha creato numerose difficoltà di salute, lasciando in eredità forti e frequenti mal di testa che hanno portato il giovane a interrompere la formazione quale meccanico. La depressione, racconta, è giunta come riflesso di questa triste vicenda.
«Viaggio come terapia» - A dicembre 2018 Jonathan decide di partire per il Marocco. Tornato in Ticino dopo questa positiva esperienza, il ragazzo - preso coraggio - decide di rimettersi nuovamente in cammino. «Mi sono reso conto di come in viaggio io riesca a distogliere la mente dalla mia situazione e dai problemi di salute. I mal di testa rimangono, ma in Ticino mi ripiegavo sulle difficoltà fisiche e psichiche, e il mio umore colava a picco. Viaggiando tutto questo si attenua, e mi sento davvero bene: insomma, il viaggio come terapia. Cerco prevalentemente paesaggi naturali, la natura mi fa proprio bene». Il medico lo sostiene nella scelta di partire, spiegando a Jonathan come nel suo caso il viaggiare possa risultare terapeutico.
Jek, il micio viaggiatore - «Prima di rimettermi in viaggio, ho pensato che non avrei potuto stare tanto a lungo lontano dal mio gatto, Jek, micio non di razza preso alla Protezione animali: così ho deciso di portarlo con me». I due sono partiti a febbraio di quest’anno: l’avventura è documentata su Instagram (https://www.instagram.com/travel.with.my.cat/). «Difficoltà a viaggiare con il micio? Nessuna in particolare. Jek è un gatto molto docile, anche se certo, occorre essere sempre vigili. Utilizzo il guinzaglio e il trasportino». Jonathan e il piccolo Jek hanno finora viaggiato lungo Francia, Svizzera e Italia. Si muovono in auto, e la sera dormono nella tenda che Jonathan monta sopra il tetto della macchina. «Solo una volta, in Francia, abbiamo dormito in albergo: ma me lo ha chiesto Jek» racconta divertito.
Progetti futuri - Tornato da poco in Ticino, Jonathan racconta di voler continuare a girovagare. «Mi piacerebbe andare con Jek in Africa o in sud America: ma si vedrà, per ora rimaniamo in Europa». Comprarsi un nuovo veicolo è il suo prossimo obiettivo, così da rendere ancora più confortevoli gli spostamenti per Jek. Non solo i viaggi per il mondo, però: «Vorrei imparare a suonare la chitarra» racconta trasognato. Alla domanda se consiglierebbe il viaggiare come terapia, il giovane risponde: «È un fatto puramente soggettivo, non me la sentirei di consigliarlo a priori, perché dipende tutto dalla persona: nel mio caso funziona».