Nadia e Roberta hanno addestrato i loro cani a riconoscere sostanze pericolose. «Compreso l’esplosivo utilizzato dagli jihadisti»
LUGANO - Ticinesi “cacciatori” di esplosivi? Sembrerebbe. Dopo il lustro portato al nostro Cantone grazie al lavoro di Matteo Gallidabino (il professore che ha appena sviluppato una tecnica per identificare i dispositivi esplosivi), altre due ticinesi si mettono in evidenza nell’ambito di queste particolari “intercettazioni”.
Un addestramento particolare - Nadia Prandi e Roberta Locatelli, assieme a due amici a quattro zampe (un Labrador e uno Springer Spaniel) hanno seguito una formazione (presso la la SK-9) che ha permesso loro di ottenere una certificazione particolare: «I nostri cani possono essere impiegati nella ricerca di sostanze esplosive. Sono in grado di riconoscere dispositivi già pronti o semplicemente gli elementi che possono essere impiegati per la produzione degli stessi».
La formazione non è stata una passeggiata: «Il corso dura 18 mesi. Si devono superare diversi esami. Ma da febbraio i nostri cani possono essere usati, tra le altre cose, per la ricerca del TATP, esplosivo altamente instabile, utilizzato soprattutto dagli jihadisti».
Un lavoro di prevenzione - A richiedere i loro servizi sono soprattutto privati: «Non ci sostituiamo alla polizia. Il nostro è un lavoro principalmente preventivo. Interverremo ad esempio in un importante concerto che si terrà a Zurigo. Ma siamo stati chiamati anche da un semplice privato che voleva far controllare il suo jet appena acquistato prima di farlo decollare».
Dal Ticino, al momento, non è arrivata ancora nessuna richiesta in questo senso: «Per ora siamo intervenute prevalentemente nella Svizzera interna. D’altra parte costituiamo certamente un costo aggiuntivo, ma di questi tempi la prudenza non è mai troppa».
Intervenire ovunque - La “mobilità” del servizio che sono in grado di offrire è certamente un plusvalore: «Una macchina è difficile da spostare. Noi possiamo raggiungere qualunque luogo».
Per ora, fortunatamente, Nadia e Roberta non hanno avuto a che fare con sostanze pericolose: «Fino ad ora non abbiamo trovato nulla. Questo è certamente positivo».