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BIGNASCOIn alta montagna come in spiaggia: è allarme imprudenza

26.07.18 - 06:45
Grosse difficoltà per un gruppo di olandesi nel raggiungere la capanna Tomeo. Episodio che rivela un trend preoccupante. Gli specialisti: «Noi, sempre più sollecitati»
In alta montagna come in spiaggia: è allarme imprudenza
Grosse difficoltà per un gruppo di olandesi nel raggiungere la capanna Tomeo. Episodio che rivela un trend preoccupante. Gli specialisti: «Noi, sempre più sollecitati»

Escursionisti o avventurieri

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

BIGNASCO – Affrontano l’alta montagna con l’equipaggiamento sbagliato. Senza avere studiato il percorso e senza avere valutato le condizioni metereologiche. È allarme imprudenza tra le vette della Svizzera italiana. L’ultimo episodio, conclusosi con un lieto fine, risale a domenica scorsa, quando una comitiva di olandesi partita da Bignasco ha raggiunto solo nel cuore della notte, e con oltre cinque ore di ritardo, la capanna Tomeo (a 1739 metri, in Lavizzara). «Erano sfiniti. E non attrezzati per un’escursione del genere», racconta chi li ha accolti.

Circa 120 operazioni all’anno – D’altra parte le statistiche parlano chiaro. Negli ultimi 10 anni gli interventi di ricerca per persone disperse sulle montagne ticinesi sono aumentati di circa il 20%. «Effettuiamo circa 120 operazioni all’anno – sottolinea Stefano Doninelli, responsabile cantonale del Soccorso Alpino Svizzero –. Con punte in luglio, agosto e settembre».

Mai più ritrovati – In alcuni casi ci scappa pure il morto. «In altri addirittura non riusciamo a trovare la persona dispersa. Al momento, in Ticino, risultano 3-4 escursionisti mai ritrovati. La maggior parte delle situazioni (circa il 70-80%), comunque, si risolve con l’intervento dell’elicottero della Rega e con il recupero del disperso sano e salvo».

Costi enormi – Tutto ciò si traduce in un boom di costi per l’interventistica. «Siamo volontari, ma pagati a intervento – precisa Doninelli –. Occorre calcolare che, complessivamente, una giornata di ricerche può costare diverse migliaia di franchi». Ingenti spese, dunque. «Sostenute dalle assicurazioni o dai privati, a dipendenza delle circostanze».

Scarsa preparazione – «Il vero problema – aggiunge Giovanni Galli, presidente della Sezione ticinese del Club Alpino Svizzero – sta nel fatto che troppa gente non pianifica sufficientemente l’escursione che sta per affrontare. Il lavoro preventivo va fatto a casa. Non si può improvvisare. Né sui tempi, né sulle vie da percorrere. Occorrerebbe anche fare più telefonate informative ai guardiani delle capanne, prima di mettersi in viaggio».

A 2.000 metri in maglietta – Galli constata un fenomeno degno di nota. «Da qualche anno va di moda la corsa in alta montagna. Ci sono persone molto preparate a livello fisico. Ma che, poi, non hanno nozioni sul contesto in cui si muovono. Se ci si reca sopra i 2.000 metri, bisognerebbe sempre avere con sé indumenti con le maniche lunghe. E scarpe adeguate. A certe altitudini, un temporale ci può sorprendere da un momento all’altro. E la pioggia può trasformarsi in neve. Anche se siamo in pieno luglio».  

Mezzi tecnologici all’avanguardia – Secondo Doninelli l’aumento dell’interventistica va ricondotto anche a un altro fattore. «Oggi c’è più gente che va in montagna rispetto al passato. Per vari motivi. La crescita dei disguidi è proporzionale. E va pure specificato che ora abbiamo a disposizione mezzi tecnologici che ci permettono di ridurre di molto i tempi di ricerca. Insomma, siamo sempre più sollecitati. Ma anche più rapidi nell’eseguire le operazioni».

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COMMENTI
 

volabas 5 anni fa su tio
mi domando se certa gente , e in montagna di "Fantozzi" ne ho visti parecchi, se la testa la porta solo per fare da bilanciere al corpo

jena 5 anni fa su tio
Ricordo qualche anno fa al lago Val Sabbia a fine giornata di aver aiutato una mamma svizzera tedesca con tre bambini piccoli, equipaggiati di "ziblett" e magliettina d'ordinanza che avevano intenzione di raggiungere la Capanna Cristallina... Nessuna pianificazione, nessuna cognizione di dove fossero ne da dove passare, nessuna cartina, zero equipaggiamento...

Bandito976 5 anni fa su tio
Vado in montagna da una vita e non mi é mai successo niente. Anzitutto bisogna avere la condizione fisica poi il rispetto della natura.

bubi_67 5 anni fa su tio
Aumento del 20% degli interventi in 10 anni? Ma forse l'avvento dei nuovi sport, dei ramipchini elettrici, ecc. hanno più che raddoppiato la presenza di escursionisti in alta montagna, quindi è più probabile che in pratica i casi sono in diminuzione

skorpio 5 anni fa su tio
Sono circa 1200 m dislivello, circa 3 ore e sono arrivati con ritardo di 5 ore....vuol dire 8 ore...e la capanna è a solo 1700 m....o si sono fermati a farsi qualche canna, o erano in ciabatte. E non ne sarei sorpreso .. faccio spesso passeggiate e mi è anche capitato di vedere dei tacchi 12....gente incosciente ai quali divrebberp essere fatturati tutti i costi.

Mattiatr 5 anni fa su tio
Risposta a skorpio
Io già per andare a Tomeo sarei partito da Broglio visto che il sentiero che lo separa da Bignasco non è un gran ché. Non solo non sapevano dove andare ma nemmeno dove partire.

centauro 5 anni fa su tio
Risposta a skorpio
Considerano che sono olandesi......vivono a 0 mt. sul livello degli oceani!!!!!!

BRA_Zio 5 anni fa su tio
Tutti che pianificano le escursioni nel sondaggio... Significa che non sanno valutare i rischi, perché poi nei fatti i problemi ci sono. Si deduce che tanta gente non sa andare in montagna. Ma non mi stupisce. Le persone sono sempre più virtuali o da palestra. Due mondi molto lontani dalla natura, mare o montagna che sia. Un esempio? In commercio ora ci sono mille scarpe per escursioni, molte sono basse (non i classici scarponi per intenderci) tanti le acquistano, ecco il primo errore.

Mattiatr 5 anni fa su tio
Risposta a BRA_Zio
Ti fermo un attimo sul risultato del primo sondaggio. La metà di quei sì saranno degli escursionisti d'élite che pensano di star facendo un'escursione andando al ponte tibetano o facendo 5 chilometri dopo la funivia a Robiei. Io personalmente ho risposto che ne faccio raramente malgrado quasi tutti i weekend sia alla cascina al monte.¶ Per quanto riguarda le scarpettine ti do parzialmente ragione, vanno bene solo per i tratti di due o tre chilometri con pendenze imbarazzanti per un qualsiasi escursionista. Sicuramente non sono nemmeno pensabili per un qualche passo o qualche via alta.¶ Riguardo la pianificazione hai centrato il punto, molti pensano che pianificare sia prendere una cartina e tracciare il sentiero. NO, bisogna calcolare tutti i punti di rifornimento per l'acqua, le pause, i rischi, ... Queste cose si devono imparare, non ci si può improvvisare scalatori con un corso su youtube. Agli scout mi è stato insegnato come organizzare una trasferta in montagna con un minimo di decenza ma per chi non ha svolto le mie stesse attività consiglierei di seguire un corso GS prima di avventurarsi da soli. Non siamo più a inizio 900 che tutti usavano i sentieri per campare, non conosciamo più la montagna e il traffico sui tracciati è ridottissimo, non possiamo permetterci di rischiare.

BRA_Zio 5 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Forse tanti sì rappresentano la discesa di Carona fino al lago.... ?? (che tra l altro non conosco). Comunque W la montagna!
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