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BERNA

Quadri contro Antifa: «Serve una legge per vietarli»

Con una mozione Lorenzo Quadri (Lega) chiede a Berna una base legale per vietare i movimenti Antifa in Svizzera.
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Quadri contro Antifa: «Serve una legge per vietarli»
Con una mozione Lorenzo Quadri (Lega) chiede a Berna una base legale per vietare i movimenti Antifa in Svizzera.

BERNA - Una mozione presentata al Consiglio federale dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi) chiede al Governo di elaborare una base legale affinché il Parlamento possa vietare le attività dei movimenti riconducibili all’area “Antifa”.

Secondo Lorenzo Quadri le organizzazioni che si definiscono antifasciste costituirebbero «espressioni di intolleranza, violenza e fascismo di sinistra». Quadri cita in particolare gli scontri avvenuti a Berna lo scorso ottobre, quando una manifestazione non autorizzata pro Palestina è degenerata in atti vandalici, aggressioni alle forze dell’ordine e danni materiali per milioni di franchi. Durante gli incidenti è stato incendiato anche un ristorante storico, fatto che — secondo il deputato — avrebbe creato «una situazione di serio pericolo».

L’esponente della Lega richiama anche episodi registrati in altre città svizzere, dove raduni in apparenza legati alla causa palestinese avrebbero dato spazio, a suo avviso, a frange violente associate al movimento Antifa.

Nella motivazione della mozione, Quadri afferma che da anni il fenomeno dell’estremismo di sinistra è monitorato dal Servizio delle attività informative della Confederazione. Le azioni violente attribuite a questo ambiente — sostiene — sarebbero ormai nell’ordine delle “centinaia”, mentre quelle di matrice estremista di destra rimarrebbero «limitati a singole unità». Una situazione contro la quale la Confederazione - «fiera della propria tradizione democratica e del confronto civile» - agisca per tutelare la sicurezza pubblica e prevenire episodi di violenza politica. Secondo Quadri, i movimenti Antifa rappresenterebbero una minaccia per la democrazia e la libertà dei cittadini, oltre a generare costi «ingenti» per la collettività.

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