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SVIZZERA

Da favorevole a critico: Rösti e il "no" a "200 franchi bastano!"

Il Consigliere federale democentrista spiega perché il controprogetto è preferibile all'iniziativa e dice la sua sull'informazione e i social
20min/Stefan Lanz
Fonte Tages Anzeiger
Da favorevole a critico: Rösti e il "no" a "200 franchi bastano!"
Il Consigliere federale democentrista spiega perché il controprogetto è preferibile all'iniziativa e dice la sua sull'informazione e i social

BERNA - Da parlamentare UDC favorevole all'iniziativa popolare "200 franchi bastano!", in votazione il prossimo 8 marzo, a ministro che si oppone. È la parabola di Albert Rösti, direttore del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni, che al Tages Anzeiger ha spiegato cosa lo ha spinto a cambiare idea, dove la SRG SSR può ottimizzare le proprie risorse e perché l'informazione tramite social media (o l'assoluta mancanza) sia un pericolo per la democrazia.

La necessità di risparmiare - Il quotidiano fa notare «un problema di credibilità» da parte di Rösti, proprio legato al suo aver fatto parte degli iniziativisti quando sedeva in Parlamento. «L'ho firmata perché credo che qualcosa debba cambiare all'interno della SSR (Società svizzera di radiotelevisione). Ed è proprio quello che sta succedendo ora», con il provvedimento che prevede notevoli risparmi. Per il Consigliere federale, l'offerta pubblica deve differenziarsi nettamente da quella privata. Come nel caso dei diritti sportivi.

Separazione tra pubblico e privato - Il controprogetto respinge i 200 franchi e prevede una riduzione da 335 a 300 franchi l'anno. «Non sono irrisori: la SSR dovrà apportare cambiamenti radicali. Considerando il calo degli introiti pubblicitari e l'inflazione, la SSR dovrà ridurre i propri costi di 270 milioni di franchi, pari a circa il 17%, entro il 2029». Il Consiglio federale pensa che sia «una cifra considerevole» e ritiene che la nuova direttrice della SSR, Susanne Wille, «prenda molto sul serio il mandato di riduzione dei costi». Il piano di risparmi non sarà indolore, ma potrà traghettare la SSR verso quello che dovrebbe essere, per Rösti, lo scenario del futuro: «Dovrebbe concentrarsi ancora di più su informazione, formazione e cultura. Anche i media privati ​​possono produrre programmi di intrattenimento e sportivi».

Media, le questioni da risolvere - La questione si sposta quindi sui media. «Nutro rispetto per il loro lavoro. Devono produrre notizie a un ritmo incredibile. Molti buoni articoli vengono prodotti sotto questa pressione. Tuttavia, come responsabile di un dipartimento con molti documenti tecnici, noto spesso errori e inesattezze». Il settore sta facendo i conti con una crisi finanziaria. Se l'aiuto ai media cartacei avviene con uno sconto sulla consegna, la questione diventa più complessa con l'online. Eventuali contributi dovrebbero essere erogati sulle entrate delle testate oppure sul numero di giornalisti, si chiede Rösti. «Sorgono anche domande difficili riguardo al rapporto tra media e Stato quando le redazioni ricevono sostegno finanziario».

Notizie, queste sconosciute - Il tema dell'informazione è cruciale per la salute della democrazia. Soprattutto alla luce di un sondaggio che ha mostrato come sia quasi la metà degli svizzeri a non consumare più notizie. «Mi preoccupa il fatto che l'età media degli spettatori che guardano molti programmi di informazione in televisione sia superiore ai 60 anni e che sempre meno persone leggano i giornali, indipendentemente dal loro orientamento politico. Questa conoscenza è sufficiente per votare quattro volte all'anno? Sono consapevole, tuttavia, che i giovani in particolare trovano le loro informazioni altrove».

Informarsi in una bolla - Si entra quindi nel mondo dei social. Non c'è niente di male a informarsi su di essi, afferma Rösti, ma «le cose diventano problematiche» quando questo avviene solo tramite post casuali sulla propria bacheca. Il pericolo è che si finisca per muoversi solo all'interno della propria bolla, circondati esclusivamente da persone con le stesse opinioni». Questo avviene proprio perché l'algoritmo tende a suggerire contenuti simili a quelli già consultati. «Come cittadini, dovremmo essere esposti a opinioni provenienti da tutto lo spettro politico. Ecco perché è importante che i media tradizionali mantengano una presenza sui social network con i loro contenuti. E che mantengano i propri standard di qualità, ad esempio consultando due fonti indipendenti».

La tentazione dei social - Rösti si dice contrario al divieto dell'accesso ai social media per i minori di 16 anni e ammette di essere lui stesso un fruitore occasionale di queste piattaforme. «Anch'io finisco il lavoro e controllo cosa stanno facendo i miei colleghi politici. Guardo qualche video e all'improvviso mi rendo conto di aver sprecato un sacco di tempo».

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