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BASILEA CITTÀ

Il prelievo delle imposte direttamente dal salario, la rivoluzione di Basilea

Il nuovo modello di tassazione punta a ridurre i debiti, ma solleva tanti dubbi. È scontro politico.
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Fonte red
Il prelievo delle imposte direttamente dal salario, la rivoluzione di Basilea
Il nuovo modello di tassazione punta a ridurre i debiti, ma solleva tanti dubbi. È scontro politico.

Tassazione

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

BASILEA - Quello che è in corso a Basilea è a tutti gli effetti una piccola rivoluzione fiscale. Il cantone - parliamo di Basilea Città - ha approvato l’introduzione di un sistema volontario di prelievo delle imposte direttamente dal salario: ogni mese, il 10% dello stipendio verrebbe automaticamente versato allo Stato. Una misura pensata per ridurre il rischio di indebitamento, ma che divide profondamente la politica e il mondo economico.

Un modello simile alla tassa alla fonte, ma su base volontaria - Il nuovo “prelievo diretto”, come è stato definito ufficialmente, ricorda il sistema della tassazione alla fonte, normalmente applicato ai frontalieri e alle persone senza permesso di domicilio. A Basilea, tuttavia, sarà facoltativo e riguarderà inizialmente solo le aziende con almeno 50 dipendenti.

Il Gran Consiglio ha dato il via libera alla fine di ottobre, ma le associazioni economiche del cantone hanno subito lanciato un referendum, frenando l’entusiasmo dei promotori.

Il promotore: “Meno persone in trappola con le imposte arretrate” - Pascal Pfister, direttore di Schuldenberatung Schweiz e deputato socialista, è uno dei principali sostenitori della misura. Obiettivo: ridurre le situazioni di indebitamento, spesso legate proprio al mancato pagamento delle imposte. Ogni anno la sua organizzazione assiste circa 6000 persone: l’indebitamento medio è di 60.000 franchi, e quattro quinti degli utenti hanno pendenze fiscali. «Circa il 10% della popolazione svizzera ha debiti fiscali. Con un prelievo automatico possiamo prevenire molte situazioni critiche», ha dichiarato Pfister al Tages Anzeiger.

Un tema che divide: la libertà individuale o la protezione dalle difficoltà? - Il dibattito, però, non riguarda solo il rischio di indebitamento: tocca il ruolo dello Stato. Secondo i critici – tra cui esponenti del PLR e dei partiti borghesi – lo Stato non dovrebbe sostituirsi ai cittadini nella gestione delle imposte. Il confronto è stato serrato: il Gran Consiglio ha approvato il progetto con un margine di un solo voto (49 sì contro 48 no). Decisiva l’astensione dell'esponente del centro Bruno Lötscher-Steiger, giudice con lunga esperienza nei casi di indebitamento: «Sono tragedie umane che potremmo evitare».

L’analisi degli esperti: cambierà il rapporto tra cittadino e Stato? - Per Luzius Cavelti, professore di diritto tributario all’Università di Basilea, il prelievo diretto rappresenta un cambiamento culturale. «In Svizzera il rapporto fiscale si basa sul principio di fiducia: il cittadino compila la dichiarazione, lo Stato riscuote. All’estero invece prevale la logica del controllo, con detrazioni automatiche», ha spiegato sulle colonne del Tages Anzeiger.

Tuttavia, a suo avviso, il modello basilese non stravolgerà questo equilibrio: è volontario, non esonera dalla dichiarazione e potrebbe riguardare un numero relativamente limitato di persone. Su circa 200.000 abitanti, si stima che il sistema toccherà circa 40.000 lavoratori, di cui 5500 attualmente indebitati con il fisco. «Resta da chiedersi se il provvedimento sia proporzionato», conclude Cavelti.

Un esperimento osservato da tutta la Svizzera - Anche per i promotori, il sistema rappresenta un test. «Dovremo monitorarlo per alcuni anni. Se non funziona, potremo tornare indietro», ha dichiarato Pfister. Uno studio commissionato dai sostenitori sostiene che, nel medio periodo, il rischio di indebitamento potrebbe diminuire sensibilmente. La sua efficacia aumenterebbe ulteriormente se anche altri cantoni adottassero il modello.

Ed è proprio questa la grande domanda politica: Basilea farà scuola? I favorevoli sperano in un effetto domino; i contrari temono un precedente pericoloso.

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