Meningoencefalite da zecche: casi raddoppiati, il Ticino è a rischio

Il dato emerge dall'osservazione del primo trimestre del 2024
BERNA - Nel primo trimestre 2024 i casi di meningoencefalite primaverile-estiva (FSME) registrati dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sono stati il doppio rispetto allo stesso periodo dell'anno predente. Negli ultimi anni si è registrato generalmente un incremento dell'incidenza di questa malattia trasmessa dalle zecche.
Fino a fine marzo sono stati 27 i casi registrati presso l'UFSP. Nel 2023 erano stati undici. I dati si posizionano nella abituale fluttuazione di questa malattia virale, scrive sul suo portale l'ufficio federale, ricordando che una vaccinazione a partire dai sei anni è raccomandata. La FSME in alcuni casi può portare a problemi del sistema nervoso centrale, con possibili paralisi e danni anche permanenti.
Sempre nel primo trimestre, risultano invece in diminuzione i casi di borreliosi (o malattia di Lyme): se ne sono registrati 489, contro i 535 dell'anno precedente. Questa infezione - sempre dovuta alle zecche - è provocata da batteri e può essere tratta con antibiotici. Inoltre, a differenza della FSME, non c'è obbligo di segnalazione.
Le infezioni di Tularemia - detta anche febbre dei conigli - sono risultate dodici, contro le nove del 2023. In generale è possibile trattare la malattia con antibiotici.
Gli esperti hanno negli ultimi anni notato un aumento del raggio d'attività delle zecche, in particolare a causa delle condizioni climatiche più miti. Il Mittelland, le regioni prealpine e il Ticino sono considerate zone a rischio zecche.




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