Allievi transgender: si chiamano come vogliono

La direttiva nelle scuole vodesi. Maestri e compagni devono adeguarsi all'identità di genere scelta dagli alunni
LOSANNA - Il Canton Vaud vuole prestare maggior attenzione agli allievi transgender e non binari. Per primo in Svizzera ha emanato una direttiva destinata alle scuole per armonizzare le pratiche e rafforzare la protezione dei giovani interessati.
Questa direttiva si basa sull'autodeterminazione dell'allievo. Ciò significa che la scuola deve usare il nome e il pronome che l'allievo desidera, indipendentemente da un cambiamento di stato civile, ha spiegato oggi in conferenza stampa a Losanna la consigliera di Stato vodese Cesla Amarelle (PS), responsabile del Dipartimento della formazione, della gioventù e della cultura.
La scuola è inoltre tenuta a rilasciare un nuovo titolo, ad esempio un certificato, ad un allievo che ha cambiato nome allo stato civile. La direttiva stipula che la scuola deve riflettere con l'allievo "sulle soluzioni individuali più adatte", ad esempio aggiungendo bagni o spogliatoi separati perché il giovane si senta a suo agio.
Non è un "capriccio" - Stando a diversi studi internazionali, fra l'1,2% e il 2,7% dei giovani sono interessati da queste questioni di genere. "Questo succede dalle elementari e nel canton Vaud ci sono casi in tutte le scuole", ha affermato Caroline Dayer, delegata cantonale per questioni di omofobia e transfobia.
Dayer si è opposta fortemente a coloro che parlano di "moda passeggera" o "di capriccio". Secondo lei, la novità è che gli allievi "osano finalmente parlarne, il che è un'ottima notizia". Ciò implica tuttavia un accompagnamento di questi giovani e la formazione del personale scolastico, nonché di chiarire alcune definizioni. Ad esempio cosa si intende per una persona trans (che non si riconosce nel sesso assegnatole alla nascita) o non binario (che non si sente né donna né uomo).
Lo scorso mese di maggio il Canton Vaud aveva presentato un piano d'azione globale, il primo in Svizzera, per lottare contro omofobia e transfobia a scuola. La direttiva svelata oggi è la prima misura concreta.




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