La serie che avvolge Lugano nell'ombra

Parliamo con il cast de “La linea della palma” in occasione della presentazione dei primi due episodi al Cinestar di Lugano.
Parliamo con il cast de “La linea della palma” in occasione della presentazione dei primi due episodi al Cinestar di Lugano.
LUGANO - Lunedì sera il Cinestar di Lugano ha ospitato la presentazione ufficiale de “La linea della palma”, la serie televisiva prodotta da Hugofilm Features e RSI - Radiotelevisione svizzera e parzialmente ambientata a Lugano. Una storia di intrighi, trame oscure e vicende criminali, che incrocia un fatto di cronaca realmente accaduto con una saga familiare che coinvolge Anna, la protagonista, che si ritrova a dare il via inconsapevolmente a questo drammatico meccanismo.
Nel corso della serata, presentata da Sandy Altermatt, sono stati presentati i primi due episodi. Nel pomeriggio abbiamo avuto modo di scambiare due parole al Grand Hotel Villa Castagnola con il cast della serie.
«È stato un viaggio bellissimo», ci racconta l'attrice Gaia Messerklinger, che interpreta la protagonista. «La storia di Anna è complessa. Il suo percorso la porta a essere una donna completamente diversa, a mettersi radicalmente in discussione. Non si ferma di fronte alle minacce o alle difficoltà. Anzi, queste le concedono ancora più determinazione».
Un personaggio che si inserisce in un doppio contesto: «Da una parte un thriller palpitante e, dall'altro, un dramma familiare con le sue psicologie complesse», ci spiega il regista Fulvio Bernasconi. Ma da dove proviene? «In “Omicidio a Easttown” e “Sharp objects” ci sono personaggi psicologicamente simili alla nostra protagonista».
Accanto a lei, Andrea, «un commissario dal profilo complesso», afferma il suo interprete, Alberto Malanchino. «È stato interessante riuscire a creare un background del personaggio sufficientemente solido e che, al contempo, desse coerenza ai suoi silenzi, alle dinamiche relazionali con Anna, ma anche alle stesse dinamiche di potere all'interno del commissariato», aggiunge.
Poi Francesco, interpretato da Luca Filippi: «È sempre stato schiacciato dagli altri. I suoi momenti di rabbia, in cui non è più in grado di sottostare alle persone che lo manipolano, sono veri e propri momenti di ribellione. È una rabbia compressa che esplode».
E infine l'ispettore siciliano Guerrini, interpretato da Michele Venitucci. «Personalmente credo che nella sceneggiatura anche i personaggi minori siano raccontati in maniera tridimensionale. In Guerrini ho trovato questa caratteristica, con il suo mondo interiore oscuro e affascinante, e sono riuscito a raccontare non la sua facciata, ma la sua profondità».









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