Cerca e trova immobili
"La vita non è un gioco". Specialmente durante una guerra

SVIZZERA"La vita non è un gioco". Specialmente durante una guerra

15.04.24 - 06:30
Anatole Taubman ha prestato corpo ed emozioni alla nuova campagna di UNICEF
UNICEF
Fonte UNICEF
"La vita non è un gioco". Specialmente durante una guerra
Anatole Taubman ha prestato corpo ed emozioni alla nuova campagna di UNICEF

ZURIGO - È il celebre attore Anatole Taubman il testimonial della campagna primaverile di UNICEF Svizzera e Liechtenstein, "La vita non è un gioco".

L'esperienza della guerra - L'organizzazione per l'infanzia delle Nazioni Unite mostra cosa vivono i bambini nei conflitti armati e quanto siano esposti senza difese agli eventi bellici. Anatole Taubman, ambasciatore UNICEF, dà così ai bambini un palcoscenico che altrimenti non avrebbero. Il fulcro della campagna è uno spot pubblicitario di trenta secondi registrato presso la Volkshaus di Zurigo. Taubman, da consumato mattatore, ripropone lo scoramento, la paura, l'incertezza che milioni di bambini sperimentano sulla propria pelle ogni giorno. Rivela le sue paure personali e l'orrore che i suoni della guerra scatenano in lui. «Qui non sta recitando una parte, ma è se stesso. I suoni e i sentimenti di Anatole Taubman culminano in un vuoto, in cui ogni speranza muore», spiega UNICEF.

Il messaggio allo spettatore - Il messaggio "La vita non è un gioco" collega, nella mente dello spettatore, la performance con la realtà. Qui, l'interpretazione personale "Che rumore fa la guerra per un bambino?" permette al film mentale di proseguire e la campagna di raccolta fondi "Non arrendersi mai, proteggere l'infanzia" punta proprio a sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema urgente.

«Una sfida enorme» - Un palco e una voce, senza apparire: un nuovo modo di comunicare. Per Taubman, che da 14 anni si impegna insieme a UNICEF per i bambini vulnerabili e un mondo migliore, questo è un profondo interesse intrinseco. «È stata per me una sfida enorme cercare di rappresentare autenticamente e crudelmente questa gamma di sentimenti violenti e negativi. E questo in un contesto molto astratto, senza sceneggiatura o costume. Nessun ruolo dietro cui nascondersi o proteggersi. È stato molto intenso e mi ha toccato profondamente. La vera realtà e tutte queste atrocità che tutti questi bambini nelle zone di crisi o nelle regioni di conflitto armato devono subire sono una tragedia umana».

Un dramma per milioni di bambini

Attualmente circa 500 milioni di bambini vivono in regioni di conflitto. Sono il doppio di quelli del 1990. Oltre alle guerre mediaticamente presenti come nel Medio Oriente o in Ucraina, anche i bambini in zone di crisi come il Sudan o la zona del Sahel sono colpiti. Queste ragazze e ragazzi sono esposti ai pericoli della violenza, delle bombe o delle mine, dello sfruttamento o del traffico di esseri umani. Crescono in mezzo alla morte e alla distruzione, con conseguenze devastanti per la loro psiche. In tutte le guerre sono i bambini che soffrono di più.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE