Marco Mengoni solo quarto mentre lo svizzero Remo Forrer è giunto ventesimo
LIVERPOOL - La Svezia con la cantante Loreen e il brano Tattoo vince la 67esima edizione del Concorso eurovisivo della canzone, l'Eurovision Song Contest. È la seconda affermazione per l'artista quarantenne che nel 2012 sbaragliò la concorrenza con la canzone "Euphoria".
Di origine marocchino-berbera, Lorine Zineb Nora Talhaoui, in arte Loreen, è nata a Stoccolma nel 1983. Gli inizi professionali della star risalgono al talent televisivo «Idol 2004». Con la sua musica evocativa e spirituale, la cantante lancia messaggi di tolleranza e inclusione in cui tutti si possano sentire coinvolti.
Al secondo posto la Finlandia con il cantante Käärijä e il brano "Cha Cha Cha". Terzo Israele con "Noa Kirel e Unicorn".
L'italiano Marco Mengoni si è piazzato appena fuori dal podio, al quarto posto, con la sua "Due Vite", che si è però aggiudicato il premio per la migliore composizione. Prima di salire sul palco, Marco si era detto "carico" per «l’energia di festa incredibile che c’è qui». Aggiungendo che «in questi giorni sono arrivati tanti commenti. Ma uno mi ha fatto piacere in particolare ed è stato: “Non conosco il testo (della canzone), non so parlare l’italiano, ma mi hai trasmesso quello che volevi dire”. È stato un bel riconoscimento»
Dal canto suo, lo svizzero Remo Forrer è giunto ventesimo. Ma dal suo profilo social posta lo stesso la sua soddisfazione: «Grazie! Questo viaggio è stato davvero sorprendente. Sono orgoglioso e spero di rivedervi presto».
I temi della serata - La kermesse si è aperta nel segno dell'Ucraina, che dopo la vittoria lo scorso anno a Torino della Kalusch Orchestra, avrebbe dovuto ospitare la manifestazione. Ma la situazione attuale del Paese, ancora in guerra, non lo ha permesso. E così, in un ideale collegamento tra Kiev e Liverpool, scelta come sede alternativa della manifestazione, proprio la Kalush Orchestra, portavoce del dramma ucraino, ha aperto la finale con Stefania, il brano che un anno fa li portò alla vittoria, e con un filmato al quale hanno partecipato artisti britannici del calibro di Andrew Lloyd Webber e Joss Stone. Cameo anche della principessa del Galles Kate Middleton al pianoforte.
A sostegno dell'Ucraina anche la Repubblica Ceca con le Vesna, con il brano "My sister's crown", inno femminista che invita a non arrendersi mai, ma anche brano a sfondo politico con un messaggio umanitario di sostegno alla popolazione ucraina, sottolineato dal ritornello cantato in ucraino. Anche i croati Let3 dicono no alle dittature e alla guerra rimanendo in mutande e con finti missili sul palco.
Ma l'Eurovision non ha rinunciato alla sua dose di show eccessivo, di trash, di piume e paillettes, come da tradizione. Come non ha rinunciato ad omaggiare la città che lo ha ospitato con il Liverpool Songbook, durate la quale alcuni artisti che sono stati protagonisti nelle edizioni passate hanno ripercorso la storia della musica della città.