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Lugano's Plan ₿

Continua la battaglia per la libertà di espressione

Gabriel Shipton, fratello di Julian Assange, insieme a Sunna Aevarsdottir, ha raccontato come l’invenzione di Satoshi Nakamoto sia diventata uno strumento cruciale per proteggere attivisti e dissidenti sparsi nel mondo.
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Gabriel Shipton, fratello di Julian Assange, insieme a Sunna Aevarsdottir, ha raccontato come l’invenzione di Satoshi Nakamoto sia diventata uno strumento cruciale per proteggere attivisti e dissidenti sparsi nel mondo.

Un legame radicato nel tempo, forte, continuo, quello tra la rassegna Bitcoin regina d’Europa e la famiglia Assange. E così, anche quest’anno, in continuità con tutte le precedenti edizioni, è tornato a Lugano Gabriel Shipton, il fratello di Julian, giornalista iconico e paladino globale della libertà di parola. Accolto da un caloroso applauso del numerosissimo pubblico accorso nella città del Ceresio, al suo fianco, per la prima volta al Plan ₿ Forum, in quest’occasione c’era Sunna Aevarsdottir, legale ed esponente politico islandese che ha scritto uno dei capitoli più importanti della battaglia per la liberazione del fondatore di WikiLeaks, concretizzatasi nel giugno dello scorso anno. A moderare l'incontro è stato Giacomo Zucco, divulgatore di fama e CEO di Plan ₿ Network, che ha gestito un confronto importante su un tema serissimo: il
prezzo che whistleblower, giornalisti e attivisti pagano per difendere la libertà di espressione.

Il report che riconobbe Assange quale prigioniero politico

Sunna Aevarsdottir, ex parlamentare islandese nelle fila del Pirate Party - in carica dal 2016 al 2024 - è oggi membro dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, consesso in cui ha ricoperto un ruolo cruciale per la vicenda Assange. Ha visitato infatti Julian nel carcere di Belmarsh, lo ha intervistato per il suo report e ha affrontato le resistenze delle autorità britanniche e americane. «Eravamo profondamente preoccupati per la sua sicurezza», ha raccontato sul WAGMI stage del Palazzo dei Congressi di Lugano. Il suo lavoro ha portato all'adozione, nell'ottobre 2024, di una risoluzione storica: l'Assemblea Parlamentare ha riconosciuto che Julian Assange era stato un prigioniero politico, e ha chiesto di investigare le accuse di tortura durante la sua detenzione, invitando a emendare l'Espionage Act americano e la legislazione sull'estradizione britannica. Un risultato tanto più significativo perché l'accordo di patteggiamento che ha liberato Julian gli impedisce di cercare giustizia
davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani. «È stato un grande onore - ha affermato Aevarsdottir - che Julian abbia scelto il Consiglio d'Europa per il suo primo discorso pubblico dopo la liberazione, proprio alla vigilia dell'adozione del report». La parola, a seguire, è passata a Gabriel Shipton, che ha parlato apertamente della campagna in corso per far ottenere a Julian Assange la grazia presidenziale negli USA. «Sappiamo che è possibile», ha spiegato, ricordando che Donald Trump, durante la Libertarian Convention, aveva dichiarato di considerarla una possibilità concreta sia per Ross Ulbricht che per il fondatore di Wikileaks. Il primo però è stato graziato, il secondo no. «La campagna di Ross ha utilizzato in modo molto intelligente il voto libertarian negli Stati Uniti come leva», ha osservato Shipton, rendendo omaggio alla madre di Ulbricht, Lynn, che ha combattuto instancabilmente per suo figlio. Ma il paradosso è evidente: fu proprio l'amministrazione Trump, con Mike Pompeo direttore della CIA nel 2017, a dichiarare WikiLeaks «servizio di intelligence ostile non statale» e a dare il via alla persecuzione che portò Julian in carcere. «Ha senso, quindi, che Trump annulli quella decisione», ha sentenziato il fratello.

Joshua Schulte: il prossimo Assange?

Ma la battaglia non si ferma, chiaramente, all’arcinoto giornalista australiano. E infatti Shipton ha presentato al pubblico di Lugano il caso di Joshua Schulte, accusato di essere la fonte del più grande leak nella storia della CIA: la serie di documenti nota come “Vault 7”. Quelli che, in breve, rivelarono come l'intelligence americana potesse infiltrarsi nei nostri telefoni e nei televisori, e persino spegnere e accendere a distanza i nostri veicoli. «Il problema non era solo il fatto che la CIA avesse questi strumenti», ha spiegato Gabriel, «ma che ne avesse perso il controllo, e questo ha creato un forte imbarazzo». Schulte sta scontando una condanna a 40 anni in un carcere Supermax in Colorado, sottoposto a SAMs (Special Administrative Measures), cioè a un regime carcerario progettato per distruggere psicologicamente i detenuti. «Questo è ciò che dovrà affrontare», ha detto Shipton, lanciando un appello alla rete globale che ha contribuito a liberare Julian affinché si mobiliti anche per Schulte. La sua nuova organizzazione, “The Information Rights Project”, fondata a Melbourne, nasce proprio con questo scopo: mettere a disposizione di altri la rete, le competenze e le lezioni apprese durante la campagna per la liberazione di Julian Assange.

Tre modi per proteggere la libertà di espressione con Bitcoin

Sunna Aevarsdottir è stata incaricata di rilanciare la Courage Foundation, l'organizzazione che Julian Assange contribuì a fondare nel 2013 insieme a Gavin MacFadyen e Barbora Bukovska per supportare whistleblower come Edward Snowden, ma con maggiore focalizzazione sull'Europa e sulla protezione di chi sviluppa tecnologie per la privacy, inclusi gli sviluppatori arrestati per aver creato software che rendono anonime le transazioni BTC. Ma, soprattutto, Aevarsdottir ha condiviso con il pubblico del Palazzo dei Congressi tre modi concreti in cui l’invenzione di Satoshi Nakamoto può proteggere la libertà di espressione. Intanto, i dissidenti che fuggono da regimi autocratici vengono sistematicamente "debanked" - esclusi dal sistema bancario - attraverso l'abuso degli strumenti AML internazionali. «Paesi come Azerbaigian, Russia, Bielorussia, Cina, Turchia usano la bacchetta magica dell'AML contro i loro dissidenti», ha spiegato l’islandese. Bitcoin, quindi, permette loro di sopravvivere, pagare l'affitto e comprare il cibo. Secondo: inviare fondi a dissidenti all'interno di regimi autocratici tramite il sistema bancario li mette in pericolo. Bitcoin, invece, permette trasferimenti che non li espongono. Ultimo punto: quando e se attivisti occidentali vengono esclusi dal sistema bancario, Bitcoin consente di resistere alla censura finanziaria. «WikiLeaks è un buon esempio, e i camionisti canadesi - ai quali il governo Trudeau congelò i conti bancari durante le proteste del 2022, ndr - sono un altro caso. Alexei Navalny, per citare un’altra occorrenza, ha raccolto molti fondi con Bitcoin», ha raccontato la Aevarsdottir.

Taylor Swift e l'evasione di Julian

Gabriel Shipton ha poi chiuso il panel con un aneddoto che ha strappato risate e applausi. Il 24 giugno 2024, quando Julian Assange lasciò il Regno Unito, tutto, manco a dirlo, doveva essere top secret. Un furgone del carcere lo prelevò alle 2 di notte e tutti i semafori di Londra furono sincronizzati per farlo arrivare rapidamente all'aeroporto di Gatwick. Ma al terminal VIP, qualcuno notò che fuori, oltre il recinto, si stavano radunando folle e fotografi: panico. «Qualcuno ha fatto trapelare la notizia?»… Certosino controllo di Twitter: nessuna menzione di Julian Assange. Poi, guardando attraverso le pareti di vetro della sala VIP, un'altra sala iniziò a riempirsi di gente. Alla fine si scoprì la verità: Taylor Swift stava partendo dallo stesso aeroporto nello stesso momento. «E stata la copertura di Julian per uscire dal Regno Unito», ha raccontato Gabriel tra le risate. Una volta in volo, i due aerei divennero i più seguiti al mondo sui siti di tracciamento: Julian in testa, poi sorpassato da Taylor Swift. «Ha battuto persino il prigioniero politico più famoso del mondo sui sistemi di flight tracking».

Insomma, due organizzazioni - “The Information Rights Project” e “Courage International” - stanno oggi portando avanti la stessa missione con approcci complementari: una costruendo una rete dal basso, da persone comuni, di caratura ed estensione globale; l'altra offrendo supporto legale e advocacy in Europa agli whistleblower, agli sviluppatori e agli attivisti. E Bitcoin, lungi dall'essere solo uno strumento di tecnologia finanziaria, si conferma avere un impatto concreto sulla resistenza democratica. «Voglio mostrare alle persone che non hanno ancora preso la pillola arancione ragioni e metodi validi per utilizzarla», ha sottolineato nel finale Aevarsdottir. E così, nel dispiegarsi della storia, la lotta per la libertà di informazione e quella per la libertà finanziaria, come ha dimostrato il Plan ₿ Forum ancora una volta, continuano ad
intrecciarsi e a seguire un percorso comune che mette al centro le persone e i loro diritti. 

I biglietti per la prossima edizione del Plan ₿ Forum 2026, la quinta, in programma venerdì 23 e sabato 24 ottobre a Lugano, sono già disponibili al prezzo early bird di 99 CHF.


Questo articolo è stato realizzato da Lugano's Plan ₿, non fa parte del contenuto redazionale.

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