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LUGANOAI: chi ha ragione tra Musk e Zuckerberg?

06.08.17 - 11:28
C’è chi sostiene sia la disciplina che cambierà definitivamente il mondo, chi al contrario teme una ribellione stile Matrix o 2001 Odissea nello Spazio
AI: chi ha ragione tra Musk e Zuckerberg?
C’è chi sostiene sia la disciplina che cambierà definitivamente il mondo, chi al contrario teme una ribellione stile Matrix o 2001 Odissea nello Spazio

LUGANO - La discussione sull’intelligenza artificiale appassiona molti e le considerazioni a riguardo si sprecano, così come le news, i fake e le previsioni. C’è chi sostiene sia la disciplina che cambierà definitivamente il mondo, chi al contrario teme una ribellione stile Matrix o 2001 Odissea nello Spazio. Settimana scorsa si sono scontrate in pubblico le visioni di due tra i più grandi opinion leader di Cupertino: Mark Zuckemberg e Elon Musk. Vediamo un po’ che si sono detti.

Apocalisse Robot

Musk, un tempo fermo sostenitore dell’importanza dello sviluppo dell’intelligenza artificiale, ha espresso seria preoccupazione riguardo al potenziale di questa tecnologia di accelerare più velocemente della nostra capacità di controllo su di essa. In modo molto diretto ha affermato che le macchine pensanti potrebbero diventare una seria minaccia per l’umanità. Riporto qua sotto alcune sue parole pronunciate al convegno National Governors Associations.

«Continuo a suonare la campanella di allarme, ma finché le persone non vedranno i robot scendere in strada per uccidere le persone, non reagiranno, perché questo appare ancora troppo etereo».

La risposta di Mr. Faccia Libro

Mark Zuckerberg, in un’intervista, interpellato sulle affermazioni di Musk si è dimostrato molto più ottimista e fortemente critico nei confronti del collega.

«Davvero non capisco le persone che disegnano questi scenari apocalittici. E’ negativo e penso che sia anche un atteggiamento molto irresponsabile».

Poi, un utente di Twitter ha chiesto a Elon di replicare e il patron di Tesla ha cinguettato:

«Ho parlato con Mark di questo e la sua comprensione della questione è molto limitata».

Insomma se le sono sparate come Nadal contro Federer.

Una discussione aperta

In realtà succede veramente molto spesso da quelle parti che i diversi leader delle giovani multinazionali che stanno rivoluzionando l’universo delle comunicazioni e lo stile di vita in senso lato si confrontino su questa tematica. Peter Norving (Google), Bill Gates, Steven Hawking: ognuno dice la sua. I progetti in fase embrionale o in incubazione sono tantissimi ma le fughe di notizie concrete e affidabili si contano sulle dita d'una mano (mi viene in mente il Neuralink di Musk che dovrebbe permettere al cervello umano di collegarsi ad una macchina per aumentarne le capacità).

Anche AvanTi ha un’opinione
 
Purtroppo i pezzi grossi esperti della materia che compongono la nostra redazione sono tutti in vacanza o nei vari eventi e ritrovi estivi. Rimangono solo chi scrive e chi corregge. Non siamo altrettanto preparati ma un’opinione a riguardo ce la siamo fatta stesso. La verità è che l’AI, così come noi comuni mortali ce la immaginiamo (stile Jarvis di Iron per intenderci), è un traguardo che appare ancora molto lontano. Tuttavia esistono attualmente tantissime applicazioni comode e intelligenti, soprattutto in campo social. Ci piacciono i visionari e siamo fermamente convinti che senza di loro, che hanno il coraggio di scommettere e di credere fermamente nelle proprie convinzioni, si rimarrebbe tutti fermi. La vision però deve avere anche un pizzico di realismo, diventare ad un certo punto pratica e magari perdere quel filo di arroganza che sicuramente contamina il giudizio o quanto meno il metrodi misura. 

Per quanto riguarda invece l’essere pessimisti o ottimisti riguardo le evoluzioni dell’intelligenza artificiale ci piace pensarla in positivo. Spesso gli scienziati e gli inventori si dimenticano che intelligente non significa solo essere in grado di apprendere ma anche saper valutare. Non me ne vogliano storici o filosofi, però una qualsiasi entità dotata d’intelligenza sviluppata comprenderebbe che fare del male non è affatto intelligente e mi sembra che il genere umano abbia alle spalle una case history che argomenti molto bene questa affermazione.

Detto questo, continuiamo ad adorare Terminator.

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