E caffé a 8,50, un hot dog 38 franchi. «Perché abbiamo troppi costi», spiegano nella high security zone: doppiamente inaccessibile. Che senso ha ancora il Forum?
DAVOS - Non c'è da girarci intorno, da inventare smentite: che i prezzi lievitino nei giorni del Wef è una realtà, ormai pure acquisita. Non solo quelli delle case messe a disposizione dei privati, che pretendono cifre proibitive da chi ritengono possa – e debba – permettersele: ma anche l'acqua o un panino possono raggiungere livelli senza precedenti, specie nella “high security zone” accessibile ai partecipanti.
Trecento addetti invece di 100: «Dovremo pur pagarli» - Nove franchi e novanta la bottiglietta da 33 cl, 38 franchi un hot dog, 8,50 l'espresso: «In effetti, i prezzi si alzano per l'occasione – ammette il direttore del Grandhotel Steigenberger Belvédère Thomas Kleber – Ma non perché vogliamo approfittarcene: anche i nostri costi aumentano. C'è bisogno di maggior personale, per esempio: durante la settimana del Forum impieghiamo 300 addetti invece di cento. E abbiamo allestito un enorme padiglione di sicurezza, che ha spese notevoli: da coprire in qualche modo».
La grossa contraddizione del Wef - Quarantasette anni dopo, a questo punto, c'è però da domandarsi che ragion d'essere ancora abbia il Forum. Se possa continuare a far la voce grossa e/o autorevole, in un mondo dal quale si mostra troppo distante. Perché alla fine è pure bello ascoltare le parole della direttrice generale del Fondo monetario internazionale, che vuole abolire – alias assottigliare – le differenze sociali: presupposto di tante tensioni, conflitti, malumori e punti di non ritorno.
«Redistribuire i redditi»: perché non partire da qui? - «Ci vuole una maggiore redistribuzione dei redditi di quanta ne abbiamo oggi», ha detto Christine Lagarde ieri mattina, ospite a una tavola rotonda del Wef: invito a ripensare le politiche economiche e monetarie, dinnanzi al populismo latente o esibito che è la reazione di protesta di una classe media in via d'estinzione, ormai uccisa.
Un "mondo" fuori dal "Mondo" - E che «dice no a qualsiasi cosa i leader politici suggeriscano», riformulerà poco dopo il medesimo concetto il ministro italiano dell'economia Pier Carlo Padoan, riallacciandosi al tema della globalizzazione di Xi Jinping e del popolo che ha bisogno di «essere ascoltato» (Doris Leuthard). Ma qual è allora la logica di Davos, dove tanto bene si predica: però poi un caffè si paga quasi dieci franchi? Dove le case si affittano a cifre irragionevoli, con assurdi estremi che toccano i 4mila franchi al giorno e li superano, «unicamente per la settimana del Wef»?
Tutto questo ha ancora un senso? - Pagine di vita quotidiana, vera: a pochi passi dal centro congressi dove si avvicendano i potenti. E dove non si fa altro che discutere di massimi sistemi, ragionare di parole astratte e di “futuro”: nè forse potrebbe essere altrimenti. La domanda è: ha ancora un senso?