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SVIZZERA«Più donne nei Cda»

08.11.16 - 15:01
L'Unione imprenditori ha lanciato un'iniziativa
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«Più donne nei Cda»
L'Unione imprenditori ha lanciato un'iniziativa

BERNA - Sì a una maggiore presenza delle donne nei piani alti delle imprese, ma grazie a una promozione interna al mondo economico, senza interventi statali: è questo in estrema sintesi il messaggio lanciato oggi dall'Unione svizzera degli imprenditori (USI), che ha presentato un codice di condotta in materia.

«Le aziende hanno un grande interesse a un rapporto più equilibrato tra i sessi fra i dirigenti», afferma Jens Alder, presidente di Alpiq, gruppo Goldbach e Sanitas, citato in un comunicato odierno. Team eterogenei forniscono prestazioni migliori, sostiene l'ex CEO di Swisscom. Si tratta anche di far fronte all'accresciuta penuria di manodopera.

«Condividiamo l'obiettivo del Consiglio federale di aumentare la percentuale di donne ai vertici della società», puntualizza il presidente dell'USI Valentin Vogt. «Lo stato deve però tenersi lontano dalla politica del personale praticata dalle imprese, quando a muoversi è lo stesso mondo economico».

Compito delle autorità statali - secondo l'USI - è garantire le condizioni quadro. A questo proposito sono necessari adattamenti in ambito fiscale, per offrire alle madri incentivi che le spingono a lavorare. Serve inoltre una migliore offerta di custodia dei figli per i genitori che hanno un impiego.

L'economia - secondo l'organizzazione padronale - sta già facendo la sua parte e continuerà a farlo. L'USI ha cominciato a muoversi nel 2013 e in questi anni la quota di donne nei consigli di amministrazione (Cda) è salita dal 10 al 16%. Inoltre una nuova posizione su quattro negli organi di sorveglianza viene occupata da candidate.

Per rafforzare una dinamica giudicata positiva l'USI lancia una nuova iniziativa, al cui centro si trova un "Code of Conduct" destinato alle imprese di reclutamento del personale dirigente. "Nel loro ruolo di mediatori tra potenziali consiglieri di amministrazione e aziende con posti vacanti possono dare un importante contributo ad una migliore rappresentanza delle donne", sostiene Monika Ribar, presidente del Cda delle FFS.

Il codice obbliga la società che firma il testo a seguire diverse principi. In primo luogo le imprese attive nel settore devono far presente esplicitamente al loro cliente quanto sia importante avere un'equa rappresentanza dei sessi. Se possibile devono proporre almeno una donna per i successivi colloqui. E costei deve essere puntualmente sostenuta nel processo di selezione.

L'USI si è posto tre obiettivi entro il 7 febbraio 2021, cinquantesimo anniversario della concessione del diritto di voto alle donne in Svizzera: aumentare sensibilmente la componente femminile nei Cda, far sì che nessuna delle 150 più grandi imprese elvetiche abbia un organo di conduzione strategica esclusivamente maschile e garantire la presenza di almeno una donna nei Cda di cinque membri e di almeno due in quelli con sei esponenti.

«Chi non affronta il problema oggi, farà prima o poi parte dei perdenti», mette in guardia Hans Hess, presidente di Comet e di Reichle & De-Massari. L'iniziativa si rivolge in primo luogo alle ditte che non hanno ancora donne ai piani alti e alle società di reclutamento del personale, ma vuole avere anche un effetto più ampio. «È necessario un ripensamento dell'intera società», conclude Pierin Vincenz, presidente di Helvetia e Leonteq.

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