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FinanzaCina: Pechino sgancia yuan da dollaro e lo rivaluta 2%

21.07.05 - 18:56
Cina: Pechino sgancia yuan da dollaro e lo rivaluta 2%

PECHINO - La Cina rivaluta lo yuan (chiamato anche renminbi o Rmb)del 2%, mettendo fine al regime di cambio fisso con il dollaro durato una decina di anni.

dopo essere stata per mesi sotto pressione, Pechino ha ceduto alle insistenze dei partner commerciali ed ha annunciato, con un comunicato, che a partire da oggi per un dollaro saranno necessari 8,11 yuan (8,28 fino ad ora la parità) e che la moneta sarà legata ad un paniere di valute.

Una decisione politicamente importante quella di Pechino che, lascia intravedere la possibilità di ulteriori interventi nel medio periodo: una rivalutazione dell'ordine del 2% avrà a breve effetti limitati, ma l'aver reso più flessibile il cambio appare un importante segnale per il mercato, che auspica interventi più decisi.

"Da oggi - si legge sul sito internet della banca centrale cinese - il tasso di cambio dello yuan nei confronti del dollaro è stato rivalutato del 2%". La rivalutazione, che lega anche la valuta ad un paniere di monete rendendola così più flessibile, "ridurrà gli squilibri commerciali e permetterà di stimolare la domanda", consentendo fra l'altro una maggiore indipendenza della politica monetaria cinese.

"Il cambio del Rmb sarà più flessibile sulla base delle condizioni del mercato in riferimento ad un paniere di valute", è specificato ancora nella nota, dove si sottolinea che da oggi in poi lo yuan avrà una stretta fascia di oscillazione dello 0,3% rispetto alla chiusura del giorno precedente.

La scelta di Pechino suggerisce che le autorità cinesi ritengano l'economia del paese in grado di sopportare una rivalutazione, seppur contenuta e molto lontana da quanto chiesto da Washington, che premeva per un 10%. La decisione è stata infatti presa dopo i dati sulla crescita del prodotto interno lordo nel primo semestre 2005, quando è stato segnato un progresso tendenziale del 9,5%.

Unione Europea, Usa e Giappone negli ultimi mesi hanno più volte sollecitato la banca Centrale cinese ad intervenire sul tasso di cambio, ritenuto sotto valutato e per questo in grado di dare ai prodotti cinesi vantaggi competitivi artificiali. Il governo cinese, però, ha sempre preso tempo.

ATS
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