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Dal MondoREGIO INSUBRICA: Medico a processo per interruzione di gravidanza

10.06.00 - 08:48
A denunciarlo una giovane mamma che perse il figlio in grembo pochi giorni prima della nascita.
REGIO INSUBRICA: Medico a processo per interruzione di gravidanza
A denunciarlo una giovane mamma che perse il figlio in grembo pochi giorni prima della nascita.
ERBA. Ancora un caso di presunta malasanità approda davanti ai Giudici. Ed è quello che vede sul banco degli imputati il medico di fiducia di una donna residente a Costamasnaga, accusato di aver praticato l’interruzione colposa della gravidanza della sua paziente. I fatti risalgono al ’94 e secondo quanto ricostruito nel corso della prima udienza del processo in corso davanti al Giudice Monocratico del Tribunale di Erba, la poveretta avrebbe perso il bimbo in grembo quando mancavano pochissimi giorni alla nascita. Durante la 36esima settimana di gestazione subi’, infatti, la “morte endouterina del feto” a causa di una ipertensione arteriosa complicatasi fino al punto da far perdere alla madre il bimbo. A denunciare il medico è stata lei stessa nella convinzione che il professionista non avrebbe prestato la necessaria attenzione al caso. La donna si è anche costituita parte civile. Ma se la Procura di Como ha contestato al professionista di aver violato la Legge 194, relativa alla maternità e all’aborto, dal canto suo la Difesa ribatte punto su punto eccependo che il medico aveva prescritto alla paziente ben 4 ecografie da farsi all’ospedale “San Gerardo” di Monza proprio per evitare spiacevoli sorprese. E da quegli esami, sostiene la difesa, non erano state evidenziate patologie tali da far pensare, seppur lontanamente, ad una brusca interruzione della gravidanza. Dunque un caso di particolare complessità e per questo il Giudice Unico, Nicoletta Cremona, ha disposto una perizia affidando l’incarico al Prof. Carlo Maria Bulgheroni. L’udienza, quindi, è stata aggiornata al prossimo 26 settembre. Entro quella data il perito dovrà aver già consegnato la sua relazione. In attesa della sentenza, l’imputato ricorda che: “La mia cliente non ha mai portato una volta i risultati degli esami ecografici al medico da me incaricato e che, in ogni caso, ci fu la massima sorveglianza sull’andamento della gravidanza fino alla 31esima settimana. Ovvero fino a 14 giorni prima della morte del feto”.
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