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STATI UNITIQuando il testimonial scomodo poi ti fa il botto

11.09.18 - 06:00
Colin Kaepernick, nuovo volto di Nike, si era inginocchiato durante l'inno perdendo il lavoro e indignando i conservatori. Eppure le vendite sono esplose
Keystone
Quando il testimonial scomodo poi ti fa il botto
Colin Kaepernick, nuovo volto di Nike, si era inginocchiato durante l'inno perdendo il lavoro e indignando i conservatori. Eppure le vendite sono esplose

NEW YORK - Un vero e proprio harakiri commerciale oppure un colpo di genio? Poco dopo l'annuncio di Nike di aver scelto come testimonial per la campagna del suo 30esimo Colin Kaepernick, ex-quarterback dei San Francisco 49ers, ai più era quasi parsa la prima delle due: con video di scontenti impegnati a bruciare i loro calzini e le loro sneakers Nike in diretta social. 

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Già perché Kaepernick, uno dei primi a inginocchiarsi durante l'inno come forma aperta di protesta contro l'establishment e la Casa Bianca è a tutti gli effetti una figura, per certi versi indigesta, e senza dubbio profilata. Tanto da perdere il suo posto senza che nessun'altra squadra volesse più riassumerlo e, per questa “disoccupazione forzata”, fra il giocatore e la Lega NFL è attualmente in corso una querelle legale.

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Quella del marchio sportivo, quindi, è una mossa radicale, sì, ma non sorprendente considerando il target di riferimento: i millenial. «La generazione di oggi è del tutto diversa dalle precedenti», spiega l'analista Sally Jenkins sul Washington Post, «sono più aperte all'altro e più attente alla componente sociale/etica dei loro acquisti».

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«Nike doveva fare una mossa, è da tempo che sta perdendo colpi, soprattutto da Adidas». E la scelta, su quel tipo di consumatori, ha fatto subito il botto sui social con 2,7 milioni di tag. E all'esordio... pure: durante il ponte del labor day (1, 2 e 3 settembre) le vendite sono cresciute del 31% rispetto al 17% dell'anno scorso. «Non si può ancora parlare di effetto-Kaepernick», ha commentato il portale Edison Trends, «ma di sicuro la nuova campagna – almeno per ora –  non ha avuto ripercussioni negative».

 

«Le scarpe sono  da sempre oggetti politicizzati», continua Jenkins, «è dalle sue origini che Nike cerca di catturare le nuove generazioni, le loro idee e i loro ideali». Quindi non è “solo” abbigliamento: «Nike conosce benissimo i movimenti, negli anni ha accompagnato le metamorfosi culturali e sociali», dalle scarpe sgargianti dell'hip-hop passando per le maglie da basket e i cappellini, «ma non si parli di “coscienza aziendale” quanto di capacità di riflettere la sua clientela».

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COMMENTI
 

Steex33 5 anni fa su tio
>>Kaepernick, uno dei primi a inginocchiarsi durante l'inno come forma aperta di protesta contro l'establishment e la Casa Bianca redazione, Kaepernick ha cominciato ad inginocchiarsi per protestare l'uccisione di afroamericani da parte dei corpi do polizia americani...
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