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FRANCIAI gilet gialli compiono un anno e cercano il rilancio

14.11.19 - 18:28
Il 17 novembre ricorre l'anniversario del cosiddetto Atto primo. Il movimento è decimato, ma vorrebbe riempire nuovamente le strade nel weekend
Keystone
L'Atto primo, ormai un anno fa
L'Atto primo, ormai un anno fa
I gilet gialli compiono un anno e cercano il rilancio
Il 17 novembre ricorre l'anniversario del cosiddetto Atto primo. Il movimento è decimato, ma vorrebbe riempire nuovamente le strade nel weekend

PARIGI - Correva il novembre 2018. Infuriati per l'aumento delle accise sul carburante, migliaia di francesi con indosso i gilet gialli, simbolo di chi rimane fermo sul ciglio della strada, cominciarono a bloccare arterie e rotatorie di Francia, salendo fino a Parigi per chiedere al presidente Emmanuel Macron il ritiro di quella tassa ed invocare maggiore potere d'acquisto.

Cominciò così, nell'uggioso autunno d'Oltralpe, un'inedita mobilitazione nata su Facebook e cresciuta grazie al tam tam dei social, al di fuori di ogni quadro politico o sindacale.

A un anno dall'inizio delle proteste, con il cosiddetto 'Atto primo' del 17 novembre, i gilet gialli oggi decimati anche per effetto delle concessioni miliardarie fatte da Macron cercano un rilancio. Sperando di essere nuovamente tantissimi a manifestare questo fine settimana, per le mobilitazioni-anniversario indette tra Parigi e la provincia.

Per alcuni duri e puri la ricorrenza sarà anche l'occasione di dire che i gialli non sono morti, anche se forse dovranno trovare altre formule per tornare ad esistere per davvero. Secondo un sondaggio Elabe per Bfm-Tv, oltre metà dei francesi, il 55%, dice di approvare la mobilitazione, ma il 63% si oppone all'eventualità che possa riprendere.

Rispetto all'inverno scorso, il movimento si è fortemente ridimensionato. Oltre alle concessioni da 17 miliardi di euro fatte da Macron (sacrificando gli impegni sui conti pubblici assunti con Bruxelles) anche il Grand Débat National che per mesi ha cercato di far dibattere i cittadini su problemi e soluzioni del Paese sembra aver sortito qualche effetto. Privo di un vero leader, il movimento francese potrebbe ora passare dalle piazze alle urne, con la creazione di diverse liste di gilet gialli in vista del voto municipale di marzo. Ex portavoce della frangia moderata, Jacline Mouraud punta addirittura alla corsa all'Eliseo del 2022.

Intanto, per scongiurare una nuova rivolta sociale, Macron si è recato oggi in provincia, nella regione della Marna, per illustrare i meriti delle sue riforme che, giunto a metà mandato, porta avanti con maggior cautela rispetto ai primi anni a tambur battente. In contemporanea, migliaia di camici bianchi hanno protestato a Parigi per la crisi degli ospedali e l'Eliseo teme la manifestazione indetta per il 5 dicembre contro l'annunciata riforma previdenziale.

Per l'Atto Primo dei gilet gialli, il 17 novembre, furono 282.000 persone a rispondere all'appello sui social. Un rito che da quel momento in poi durerà quasi per un anno, ogni sabato, tra Parigi e la Francia profonda. Dodici mesi vissuti al cardiopalma, talvolta segnati dalle violenze, con 2.400 manifestanti e 1.800 agenti feriti.

Tra l'altro, 24 persone hanno perso un occhio a causa dei lanciatori Lbd, l'arma non letale data in dotazione alle forze dell'ordine francesi divenuta il simbolo delle «violenze della polizia» denunciate dai manifestanti.

Undici le persone morte per incidenti a margine dei cortei. Nel picco della crisi, l'inverno scorso, si paventò anche il rischio di tenuta democratica del Paese, come quando uno dei leader più agguerriti del movimento, Eric Drouet, annunciò l'intenzione di entrare all'Eliseo. O quando, a dicembre, venne lanciato l'assalto all'Arco di Trionfo, con opere d'arte e vetrine andate in frantumi.
 
 

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