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MOGADISCIO - Il primo ministro somalo Ali Mohamed Gedi ha confermato che Chisimaio, ultimo bastione degli islamici, è nelle mani del governo. Parlando con l'Afp, Gedi ha detto che gli islamici, dopo essere stati circondati dai soldati etiopici e somali, "sono fuggiti" nella notte e che "l'aeroporto e il porto sono stati liberati, mentre resta ancora qualche operazione di rastrellamento".
Il ministro dell'informazione Ali Jama Jangali, da parte sua, ha detto alla Reuters che gli islamici ritiratisi nella notte dalla città saranno inseguiti. "Quando sapremo dove sono andati in Somalia, saranno inseguiti perché sono insieme a combattenti stranieri la cui presenza in Somalia è una minaccia alla sicurezza", ha detto.
Un comandante islamico, Yaqub Moalim Ishak, ha confermato la ritirata dei miliziani dalla città nella quale si erano trincerati, dopo la fuga giovedì da Mogadiscio, davanti all'avanzata delle truppe somale ed etiopiche.
"La popolazione - ha detto il comandante per telefono da una località sconosciuta - ci ha chiesto di abbandonare Chisimaio. Siamo in Somalia (...) non pensiate che le Corti islamiche abbiano abbandonato il paese. Abbiamo lasciato le città, ma restiamo in azione e i nostri nemici dovranno far fronte ad un'insurrezione".
"Le corti islamiche hanno lasciato Chisimaio la notte scorsa. Hanno lasciato anche (la loro linea anteriore a) Jilib", ha spiegato alla Reuters un residente di Chisimaio. "Nessuno sa dove siano andati. C'è molta confusione", ha aggiunto. "Il combattimento si è arrestato alle dieci di sera (le 19.00 in Svizzera)", ha quindi precisato un residente di Jilib. "C'è stato un grande silenzio, in quel momento le corti islamiche si erano ritirate", ha aggiunto.
Il Consiglio islamico delle corti della Somalia (SICC) aveva radunato mille combattenti a Jilib, a nord di Chisimaio, dopo una ritirata a sud di 300 chilometri dalla capitale Mogadiscio. Le forze di governo della Somalia ed i loro alleati etiopici ieri avevano lanciato colpi di mortaio e razzi contro i miliziani islamici che si erano rifugiati a Chisimaio.
