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A 20 anni dall’uscita di "Superunknown", il frontman racconta le origini della band. A partire dal nome
NEW YORK – Nel 1994 uscì un album che contribuì a fare la storia di quel periodo della musica rock e influenzò un gran numero di band negli anni successivi. Parliamo di “Superunknown”, quarto album dei Soundgarden, il gruppo capitanato da Chris Cornell che, in occasione del ventennale del disco, ha parlato ad una radio americana delle origini della sua band.
A cominciare dal nome, giudicato all’epoca non adatto a un gruppo hard rock. “Dovevamo aprire un concerto per una band che era in qualche modo heavy – ha raccontato Cornell in radio -. Se non sapevi chi fossero i Soundgarden, ti potevi aspettare di ascoltare qualcosa di psichedelico, una specie di alternativa ai Rem, avevamo un nome da hippy. Il piano era quello: far pensare al pubblico una cosa e poi venire fuori, sul palco, e far impazzire il pubblico con il nostro suono, che era potentissimo. Questo effetto sorpresa è stata alla base della scelta del nome”.
Un effetto sorpresa sperimentato anche da alcuni colleghi. “Una volta gli Screaming Trees (gruppo grunge americano del periodo, ndr) hanno avuto questo tipo di esperienza con noi. Erano venuti al nostro spettacolo proprio per prenderci in giro a causa del nome. E invece avemmo su di loro un impatto completamente diverso”.
