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CANTONEFortuna che la matematica è una bolla di sapone

16.05.14 - 10:00
Cinque spettacoli e quattordici laboratori per ribaltare i pregiudizi e mostrare che può essere attraente come i numeri di un giocoliere: venerdì e sabato a Locarno la matematica scende in piazza e sfida i luoghi comuni.
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Fortuna che la matematica è una bolla di sapone
Cinque spettacoli e quattordici laboratori per ribaltare i pregiudizi e mostrare che può essere attraente come i numeri di un giocoliere: venerdì e sabato a Locarno la matematica scende in piazza e sfida i luoghi comuni.

LOCARNO - La matematica, stavolta, è un’opinione. Che sfida i pregiudizi, i luoghi comuni, paure e ritrosie. Scende in piazza a incontrare la gente: quella che la teme al punto da considerarla una nemica. Per questo si è deciso di cominciare dai bambini: perché, liberi da preclusioni, possano conoscerla per quello che è davvero. Una disciplina fatta non solo di numeri astratti e ostili, ma che permea ogni elemento bello della vita quotidiana, dalle bolle di sapone alle acrobazie di un giocoliere. "L’idea è di avvicinare la matematica ai cittadini in modo da cambiare la convinzione che si tratta di qualcosa di distante, arido e freddo", spiega Silvia Sbaragli, docente ricercatrice di didattica matematica alla Supsi e ideatrice del  progetto Matematicando, per la prima volta in Ticino: 14 laboratori e cinque spettacoli per le strade e le piazze di Locarno fra oggi e domani, dalle 9 alle 16. "Si andrà a caccia dei numeri che ci stanno intorno": a dimostrare che la matematica ha il potere di svelare misteri.  La giornata di venerdì, dedicata alle scuole su iscrizione, in quattro giorni ha ricevuto 1500 adesioni: altrettante richieste sono state respinte per mancanza di posti. Sabato giornata aperta a tutti. "Sarà una grande  scommessa".

Silvia, ci spieghi: che cos’ha la matematica di così affascinante?
"È dovunque. Non solo sui banchi. Bisogna capire che è all’interno della nostra vita. Proveremo a mostrarlo attraverso un approccio laboratoriale".

Perché invece è così temuta, addirittura detestata?
"La scuola ci mette del suo. Insegna la matematica in modo troppo formale"

E “noi” che cosa possiamo fare?

"Portarla fra la gente, in modo che la si conosca per quello che è davvero. Proporremo esperienze dai tre anni in su. Ci rivolgiamo ai bambini, ma sarà un evento aperto a tutti. Per esempio, ci sarà un meraviglioso spettacolo di giocoleria, che piace forse più ai grandi che ai piccoli. È realizzato da un giocoliere laureato in matematica, che accompagna ogni sua esibizione con la spiegazione scientifica del perché riesce a fare ciò che fa. Ma anche gli origami, le bolle di sapone, il lego".

L’approccio cambia con l’età?
"Sì. Al principio non esiste repulsione. È a partire dalle medie che cala il piacere. Bisogna insegnare a ritrovarlo".

C’è speranza?
"Bisogna lavorare sulla sensibilizzazione. Dei bambini, ma anche degli adulti. A giugno dell’anno scorso, nel teatro di Locarno, abbiamo organizzato un incontro per oltre 400 insegnanti".

Due giorni possono bastare per cambiare una cultura?
"No. Ma ci saranno dei seguiti. Visto il numero di richieste che non abbiamo potuto soddisfare, la città di Lugano ci ha contattati per ripetere l’evento. In programma c’è già un convegno scientifico al Monte Verità, il 13 ottobre, dedicato a matematica, informatica, scienze e geografia per i bambini". 

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