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CANTONEElezioni politiche: vince chi ha un'istruzione superiore

13.06.22 - 12:19
Uno studio dell'Università di Losanna ha analizzato le elezioni del 2019 per capire meglio i possibili scenari del 2023.
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Elezioni politiche: vince chi ha un'istruzione superiore
Uno studio dell'Università di Losanna ha analizzato le elezioni del 2019 per capire meglio i possibili scenari del 2023.
Le donne meno attive durante la campagna elettorale, ma hanno preso più seggi. Preoccupa l'astensionismo. Più operai a sinistra. I dirigenti a destra.

BELLINZONA - Le elezioni cantonali di aprile 2023 non sono più così lontane. Lo dimostrano le prime discussioni interne ai partiti sulla scelta dei candidati. Questa prossimità ha spinto l’Osservatorio della vita politica regionale dell’Università di Losanna a mettere in prospettiva l’ultima elezione parlamentare del 2019 per capire meglio i possibili scenari futuri. 

Il progetto, “La contesa per le elezioni parlamentari ticinesi del 2019. Candidature, eletti ed elette” presentato oggi a Bellinzona, fornisce un profilo delle candidature alle ultime elezioni mettendo anche in luce i tratti di chi ha conquistato la carica parlamentare. Gli studiosi Oscar Mazzoleni e Andrea Pilotti hanno sottolineato i dati più rilevanti dello studio appena condotto.

Chi vuole entrare in Gran Consiglio deve essere già impegnato in politica. Ricoprire una carica di responsabilità nel partito facilita infatti l’ottenimento del seggio. «Ricoprire una carica di partito, avere ricoperto nel passato una funzione dirigenziale nel partito e avere svolto o svolgere un mandato elettivo a livello comunale sono tratti diffusi nelle candidature» precisa lo studio. In particolare, i partiti di centro-destra si caratterizzano per una quota significativa di candidati e candidate che occupano una funzione dirigente delle rispettive organizzazioni politiche. PLR, PPD, LEGA e PS, hanno messo in lista, in maniera più rilevante rispetto a quattro anni prima, persone che nel passato avevano svolto mansioni di responsabilità nel partito. 

Pochi giovani - «Nelle candidature spiccano inoltre cittadini e cittadine di età superiore ai 46 anni, con una formazione elevata e con un’attività indipendente». Un altro dato interessante rilevato dallo studio riguarda gli ambiti professionali. Gli indipendenti continuano a essere sovrarappresentati in seno alla LEGA; impiegati e operai sono presenti in misura più importante nella lista PS e in quella dell’UDC; i quadri medi sono sovrarappresentati nel PLR e nella LEGA, mentre le persone che esercitano una funzione dirigenziale lo sono nel PLR e nel PPD. 

Alto livello di formazione - Dallo studio si evince che coloro che hanno una formazione alta avranno più successo di elezione. «Se guardiamo a chi ha conquistato la carica parlamentare, le possibilità di successo rimangono maggiori per le persone con un alto livello di formazione rispetto a coloro che vantano un livello basso». Le prime hanno una possibilità di essere elette quasi tre volte superiore rispetto alle seconde. Un divario che si è fatto più profondo rispetto alle elezioni precedenti. 

Forte presenza femminile - L’elezione del 2019 sarà ricordata per la forte avanzata della presenza femminile nel Gran Consiglio ticinese (da 22 a 31 seggi). Un dato che spicca anche a livello nazionale. Nel contempo, alle elezioni cantonali ticinesi del 2019, più degli uomini, le donne elette sono soprattutto laureate (86,2%). 

Il ruolo delle riunioni e dei comizi - Le candidate sono tendenzialmente risultate meno attive nella campagna elettorale rispetto ai candidati uomini. Una campagna che, contrariamente a molte attese, si è giocata soprattutto con i canali tradizionali (riunioni, comizi, comitati). La comunicazione digitale è cresciuta d’importanza ma non ha superato né sostituito quella tradizionale; esiste piuttosto una complementarità fra le due modalità. Nel gruppo di eletti/e cresce l’importanza delle lettere agli organi di stampa, degli annunci a pagamento sui giornali, della pubblicità sui siti Internet e del consulente in relazioni pubbliche. 

Fra gli aspetti che più fanno riflettere in vista delle prossime tornate elettorali vi è l’importanza crescente dell’astensionismo. Nel 2019 abbiamo infatti osservato una delle quote più elevate, insieme a quella del 2011, di astensionisti alle elezioni cantonali dal 1921, con un aumento rispetto al 2015 di 3 punti percentuali. Un astensionismo che non è stato per nulla frenato dal voto per corrispondenza agevolato usato dal 90% dei votanti. Gli astensionisti tendono a essere soprattutto cittadine e cittadini con un apprendistato o in formazione, ad esercitare un lavoro dipendente (impiegato/a, operaio/a), persone poco o per nulla soddisfatte della propria situazione economica, poco o per nulla interessate alla politica e persone che ritenevano di conoscere poco o per nulla i candidati e i partiti. Occorre inoltre sottolineare che l’aumento dell’astensionismo non ha colpito tutti gli schieramenti allo stesso modo. Rispetto alla precedente tornata elettorale sono cresciuti gli astensionisti che si collocano a destra e che avevano votato Lega.

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