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BELLINZONA“Separare una mamma da suo figlio prima di Natale per mancanza di posti?”

29.12.15 - 07:58
Il gran consigliere PPD Paolo Peduzzi fa scattare un’interrogazione partendo da un caso concreto
“Separare una mamma da suo figlio prima di Natale per mancanza di posti?”
Il gran consigliere PPD Paolo Peduzzi fa scattare un’interrogazione partendo da un caso concreto

BELLINZONA - “Separare una mamma da suo figlio, due giorni prima di Natale, con decisioni scorrette e affrettate e per mancanza di posti nel 2015 in Ticino?” È questo il titolo dell’interrogazione presentata qualche giorno fa da Paolo Peduzzi, gran consigliere per il PPD e GG.

Nel testo si può leggere di un caso concreto in cui il parlamentare si è imbattuto personalmente: una donna quasi trentenne, già con due figlie alle elementari, partorisce un bambino pochi giorni prima di Natale. La Signora è sola, perché il compagno, padre dei tre figli, è stato allontanato dal territorio per difficoltà con la giustizia. La donna tra il 2007 e il 2008 è stata valutata per appurare se fosse in grado di gestire le proprie figlie: dopo l’analisi è stato stabilito che durante la settimana le ragazzine devono essere accolte in un istituto.

La Signora negli ultimi anni, con l’aiuto di un curatore, ha sistemato la sua posizione patrimoniale, e riceve le figlie nel fine settimana.

“Basandosi sulle informazioni di quasi dieci anni fa, l’Autorità Regionale di Protezione (ex Commissioni Tutorie) competente, decide che la madre non può prendere la responsabilità del figlio per “immaturità” e “difficoltà di percepire i bisogni” e manda gli uffici preposti (Ufficio dell’Aiuto e della Protezione) (!!) a informare la madre il 23 dicembre nel reparto di maternità, che il figlio le sarà tolto nei prossimi giorni!” si legge nel testo dell’interrogazione.

La Signora chiede di poter tenere il bambino con sé, ma le viene risposto che in Ticino “non ci sono posti per collocare il bambino con la madre, e perciò il bambino andrà in istituto: potrà vederlo tre volte a settimana”.

In favore della madre si mobilitano lo psichiatra della madre, il Direttore dell’Istituto dove vivono in settimana le altre due figlie, la ginecologa, il medico curante e il pediatra, che scrivono più volte alle Autorità Regionali di Protezione. Ma le autorità competenti non prendono in considerazione queste motivazioni e perseguono la strada intrapresa.

Alla luce di questi dati, Paolo Peduzzi chiede al Consiglio di Stato se sia informato di casi simili, dove un’Autorità Regionale di Protezione non prende in considerazione i pareri di diverse autorità professionali.

Ammettendo che la decisione dell’Autorità Regionale di Protezione sia corretta, il gran consigliere chiede se sia possibile che in Ticino non vi siano strutture per accogliere una madre in difficoltà con il suo neonato.

Inoltre l’esponente PPD chiede al Consiglio di Stato che misure intenda mettere in atto per evitare che tali situazioni insostenibili si ripetano, e se in questo caso non si sia verificato un abuso di autorità.  

In ultimo Peduzzi chiede come il Consiglio di Stato intenda rimediare e/o risarcire persone che hanno subito danni a causa di decisioni chiaramente erronee da parte delle autorità di protezione.

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