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CANTONECondannato don Samuele Tamagni: «Ha tradito tutti i suoi ideali»

09.03.22 - 10:56
Ha sottratto oltre 850.000 per finanziare il giovane con cui aveva una relazione. «Quanto ho fatto è molto grave»
tipress
Condannato don Samuele Tamagni: «Ha tradito tutti i suoi ideali»
Ha sottratto oltre 850.000 per finanziare il giovane con cui aveva una relazione. «Quanto ho fatto è molto grave»

LUGANO - È confermato: il parroco di Cadro, don Samuele Tamagni, è stato condannato a 33 mesi di carcere, di cui sei da espiare e il resto sospeso con la condizionale. Lo ha deciso la Corte delle Criminali di Lugano, presieduta dal giudice Mauro Ermani, che ha così accolto la pena proposta dall’accusa. «Sono consapevole che quanto ho fatto è molto grave, ritengo che sia la pena corretta per me» ha detto l’imputato davanti al giudice. La Corte ha affermato che «si fatica a trovare le parole per spiegare come il sacerdote abbia potuto tradire tutti gli ideali che si era impegnato a rispettare e diffondere».

Il processo ha avuto luogo, con la formula del rito abbreviato, questa mattina a Lugano. Il sacerdote era chiamato a rispondere di malversazioni compiute, tra il 2016 e il 2021, a favore di un giovane con cui aveva intrecciato una relazione sentimentale. Don Samuele Tamagni - quarantenne patrocinato dall’avvocato Luigi Mattei - era accusato di appropriazione indebita, truffa, amministrazione infedele, riciclaggio di denaro e falsità in documenti.

Il sacerdote, come si evince dall’atto d’accusa firmato dal procuratore pubblico Daniele Galliano, finanziava il giovane in cambio di prestazioni sessuali. Dapprima attingendo al patrimonio personale, in seguito sottraendo ad altri un importo complessivo di 863’978 franchi.

All’inizio del 2017 il quarantenne aveva completamente eroso il proprio patrimonio e si era rivolto a un legale per diffidare il giovane dal prender contatto con lui. Ma poi nel corso del 2019 ha nuovamente ceduto alle sue continue richieste di soldi e ha iniziato - appunto - a usare soldi di altri.

Di questi ultimi, più di 500’000 erano stati sottratti ai genitori, il resto alla parrocchia (quelli destinati a una colonia estiva per bambini) e alla Fondazione Damiano Tamagni. Almeno 65’000 franchi li ha tra l’altro raccolti tra i parrocchiani, ai quali chiedeva soldi per poter aiutare i genitori malati. Diceva di trovarsi in ristrettezze finanziarie a seguito di opere di beneficenza.

Il denaro che forniva al giovane veniva impiegato principalmente per il gioco d’azzardo, ma anche per pagargli l’affitto della casa e il matrimonio.

«Devo affrontare questi anni bui» - Ora l’imputato si dice pronto per un periodo «di discernimento e riflessione», probabilmente in Italia, ha detto in aula. «E poi dovrò affrontare questi cinque anni bui che ho vissuto. In carcere ho già iniziato un percorso psicologico». Sul sacerdozio, don Samuele Tamagni prenderà una decisione in seguito: «Sono lacerato e ho i sensi di colpa, prenderò seriamente questo passo» ha spiegato. «Non sarò lasciato solo».

Il giudice gli ha comunque ricordato che «senza alcun minimo scrupolo» ha «spazzato» anche i soldi dei fedeli, e della Fondazione nata per onorare la morte del nipote e prevenire la violenza giovanile. «È sconcertante». Per la Corte si tratta pertanto di «una colpa importante». E lo invita a elaborare delle strategie «per non ricascarci».

Alla pena viene dedotto il carcere preventivo sofferto. Il quarantenne si trova infatti in carcerazione preventiva dal 18 novembre 2021 e in esecuzione anticipata della pena dal 28 dicembre 2021. Al sacerdote viene inoltre vietato di svolgere qualsiasi attività che implichi l’amministrazione diretta o indiretta del patrimonio di altre persone.

Il processo al giovane - Nella tarda mattinata avrà luogo anche il processo nei confronti del giovane. Questi è accusato di istigazione all’appropriazione indebita, ottenimento illecito di prestazioni di un’assicurazione sociale o dell’aiuto sociale, esercizio illecito della prostituzione. Nei suoi confronti sono stati chiesti 20 mesi, sospesi con la condizionale, e l’espulsione dalla Svizzera per cinque anni.

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