«Gobbi troppo restrittivo sugli stranieri», la denuncia dei Verdi

«Leggi che, mal interpretate, hanno pesantemente leso le libertà personali di moltissimi cittadini»
BELLINZONA - Norman Gobbi e il suo Dipartimento delle Istituzioni hanno attuato la legge sugli stranieri in maniera troppo restrittiva. L’accusa arriva dai Verdi ticinesi ed è contenuta in un'interrogazione inoltrata oggi che prende spunto dalle recenti sentenze del Tribunale Federale che per quanto riguarda i permessi sugli stranieri ha abbracciato una prassi molto più liberale di quanto abbiano fatto i funzionari della Sezione della popolazione. «Con due sentenze emanate nel novembre del 2020, relative ad altrettanti casi ticinesi risalenti a 6 e 5 anni fa, la massima corte ha sonoramente bocciato la prassi restrittiva adottata dal Dipartimenti delle Istituzioni, obbligandolo a fare marcia indietro su una prassi ben consolidatasi negli anni» scrivono i Verdi, i quali ricordano lo stesso atteggiamento restrittivo adottato dalle autorità cantonali ticinesi nell’attuare la legge sulla canapa. «Nel 2013 con una modifica legislativa federale il consumo e possesso di canapa da penale diventò amministrativo. In sintesi, dal 2013 il consumo fino a 10 grammi di stupefacente comporta una semplice contravvenzione di 100 franchi, mentre la detenzione o la preparazione non è punibile. Tuttavia in Ticino si è andati avanti fino al 2020 a punire in maniera iniqua chi deteneva canapa in quantitativi inferiori ai 10 grammi, andando così tra l'altro a caricare inutilmente le varie istanze giudiziarie cantonali e federali».
Da qui la richiesta dei Verdi su come il Consiglio di Stato giudica e valuta l'atteggiamento restrittivo adottato per molto tempo dai funzionari del Dipartimento delle Istituzioni.
Le domande dei Verdi
- Come spiega il consiglio di stato che per anni, ai propri giuristi sfuggano cambiamenti legislativi, come avvenuto nel campo della canapa?
- Secondo il Consiglio di stato le leggi emanate da autorità superiori vanno applicate o interpretate?
- Secondo il Consiglio di stato ci sono altre leggi conosciute, oltre a quelle citate, non sufficientemente chiare da necessitare interpretazioni da parte dei funzionari cantonali?
- Se sì, chi controlla che le interpretazioni in questione siano corrette?
- Per quali motivi i funzionari dell'ufficio ricorsi del consiglio di stato non hanno reagito tempestivamente per correggere lo sbaglio in cui erano incappati, soprattutto alla luce delle chiare indicazioni date dal TRAM, già a partire dal 2016?
- Quando il tribunale federale sancisce che il Consiglio di stato ticinese ha sbagliato per anni, le persone che hanno subito danni e ingiustizie a causa di questi sbagli, sono/saranno indennizzate? Se sì, in che modo e in che tempi? Se no, perché?
- Il Consiglio di stato può garantire che oggi, in altri uffici dell'amministrazione, non siano in essere situazioni quali quelle sopra descritte?
- Se no - per meglio capire per quale ragione in poco tempo il DI è stato sconfessato dal Tribunale Federale su leggi che, mal interpretate per anni, hanno pesantemente leso le libertà personali di moltissimi cittadini - il Consiglio di Stato non ritiene opportuno svolgere puntuali verifiche presso tutti gli uffici dell'Amministrazione?
Con due sentenze emanate nel novembre del 2020, relative ad altrettanti casi ticinesi risalenti a 6 e 5 anni fa, la massima corte ha sonoramente bocciato la prassi restrittiva adottata dal DI, obbligandolo a fare marcia indietro su una prassi ben consolidatasi negli anni.




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