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Pornografia fra minorenni: «A chi sgarra confischiamo il telefono»

Il fenomeno dello scambio di materiale via chat o social è in aumento. Così come le segnalazioni alla magistratura.
Ti Press
Pornografia fra minorenni: «A chi sgarra confischiamo il telefono»
Il fenomeno dello scambio di materiale via chat o social è in aumento. Così come le segnalazioni alla magistratura.
Sanzioni come multe o giornate lavorative non sempre hanno l'effetto sperato. Ecco allora che diventa importante il dialogo e qualche "gesto forte".
LUGANO - Minorenni sempre più nel mirino per la diffusione di materiale pornografico o contenenti atti di cruda violenza. In Canton Zurigo, dove nel 2019 i giovani denunciati alla magistratura sono aumentati del 230% rispetto all’anno pr...

LUGANO - Minorenni sempre più nel mirino per la diffusione di materiale pornografico o contenenti atti di cruda violenza. In Canton Zurigo, dove nel 2019 i giovani denunciati alla magistratura sono aumentati del 230% rispetto all’anno precedente, ma pure in Ticino.

La punta dell'iceberg - A confermare il trend è il magistrato dei minorenni Reto Medici: «Abbiamo anche noi constatato un aumento, anche se non di queste proporzioni». «Bisogna però considerare - prosegue - che si tratta di un reato perseguito d'ufficio. Basta che un 15enne fa vedere un filmato pornografico a un coetaneo e ha commesso un reato». I casi che finiscono sul tavolo della magistratura sono quindi solo la punta dell’iceberg: l’età punibile va dai 10 ai 18 anni, quindi comprende circa 25mila giovani ticinesi. Le denunce sono però poche decine all'anno, le condanne ancora meno.

Tempi che cambiano - L'incremento dei casi è dovuto a un cambiamento dei tempi certamente, ma pure alla diffusione sempre più massiccia di chat e social media nella fascia di popolazione più giovane. «Social velocissimi in cui prima ancora di pensare si pubblica o in cui si condivide senza nemmeno rendersene conto», conferma il nostro interlocutore.

C'è video e video - Ma come avvengono le segnalazioni? «Spesso sono i genitori che intercettano questo materiale ricevuto sul telefono dei figli e segnalano il caso alla magistratura», spiega Reto Medici. «Si tratta di contenuti che confondono i ragazzi sulla sessualità, che viene presentata in modo spesso distorto». Chi riceve un video o una foto comunque non fa nulla di vietato, a meno che non lo condivida a sua volta. Differente è il discorso dei video pedopornografici o contenenti atti violenti, ad esempio sugli animali. In questo caso è punibile anche il solo possesso: «È sufficiente che questi siano salvati sul telefonino o sul tablet», mette in guardia il magistrato.

Dall'ammonimento alla confisca - Chi commette questo genere d’infrazioni rischia una sanzione che va dall’ammonimento, alle giornate di prestazione di lavoro, fino a una multa (se si ha più di 15 anni). Ma non solo. L’articolo 69 del Codice penale prevede infatti la possibilità di confiscare l’apparecchio con cui è stato commesso un reato. «Spesso - sottolinea in conclusione Reto Medici - è proprio la confisca del telefonino a essere vissuta come una vera sanzione». E a evitare la recidiva.

Dialogo, ma a volte non basta - Ma come dovrebbero comportarsi i genitori che scoprono un filmato pornografico sul telefono del figlio (minorenne)? Abbiamo rivolto la domanda alla sessuologa Kathya Bonatti, secondo cui tutto dipende dalla tematica. «Qualora i filmati riguardassero solo persone adulte - spiega l'esperta - è preferibile la via del dialogo e cogliere l'occasione per fare educazione sessuale e sentimentale. Specificando e spiegando la differenza tra sesso, sessualità ed erotismo e la differenza tra le fantasie sessuali, le perversioni e la realtà vissuta nella coppia. Nel caso della masturbazione, invece, occorre spiegare che è un atto naturale e normale, purché non si trasformi in una dipendenza da pornografia».

Se invece i video dovessero riguardare la pedopornografia o avessero come oggetto animali o cadaveri, la sessuologa raccomanda di segnalarli sempre alla magistratura, in modo da cercare di risalire a chi li ha messi in circolazione.

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