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BELLINZONA

Morte di Pau: «Era incantato dai castelli. L'immagine della felicità»

Il ricordo di Gabriele Censi, l’organizzatore che portò il gruppo Jarabe De Palo a Bellinzona.
Morte di Pau: «Era incantato dai castelli. L'immagine della felicità»
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Morte di Pau: «Era incantato dai castelli. L'immagine della felicità»
Il ricordo di Gabriele Censi, l’organizzatore che portò il gruppo Jarabe De Palo a Bellinzona.
BELLINZONA -  «Sono pochi gli artisti dotati di una così profonda umanità». L’artista è Pau Dones del gruppo Jarabe De Palo, morto a 53 anni, stroncato da un cancro al colon. Il ricordo è quello di G...

BELLINZONA -  «Sono pochi gli artisti dotati di una così profonda umanità». L’artista è Pau Dones del gruppo Jarabe De Palo, morto a 53 anni, stroncato da un cancro al colon. Il ricordo è quello di Gabriele Censi, direttore della GC Events che nel 2017 portò il cantante a Bellinzona, nella rassegna Castle on Air, e poi anche a Zurigo. 

«Quella sera il concerto fu caratterizzato da una pioggia incessante - ricorda Censi - eppure lui mostrò una grande disponibilità. Volle cantare a tutti i costi, diceva che il pubblico era arrivato fin lì e non poteva deluderli. Riuscimmo ad attrezzare il palco per proteggere dalla pioggia cavi elettrici e gli stessi musicisti. Fu una serata memorabile». 

Insomma un artista lontano dai capricci e dai vizi tipici di molte star. «Mi colpì sin da subito la sua forte umanità. Era una persona alla mano. E poi trasmetteva tanta felicità. Ecco, per me Pau Dones è l’immagine della felicità. Riuscimmo a sentirci anche dopo l’esperienza dei due concerti, e questo non capita con tutti i cantanti. Anche quando lo rincontrai a distanza di tempo si ricordava di me e del Ticino».

A proposito di Ticino. Pau Dones soggiornò anche alcuni giorni da noi. Gli piacque molto Lugano, fece una passeggiata sul lungolago. Ma fu soprattutto Bellinzona - con i suoi castelli - ad affascinarlo. «Mi disse che quello era uno dei posti più incantevoli dove avesse mai cantato. Gli piacque talmente tanto la nostra regione che volle fermarsi qualche giorno, non limitarsi solo a un passaggio veloce». 

Consapevole - come cantava nella sua «Dipende”, il suo brano più famoso - che «siamo di passaggio, come nuvole nell’aria, si nasce e poi si muore, questa vista è straordinaria». 

«Di lui mi resta una grande ricordo - conclude Gabriele Censi - una sua canzone fece da colonna sonora alla mia storia sentimentale con la ragazza che poi divenne mia moglie». 

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