Cerca e trova immobili

GINEVRAAnnullamento del voto, il Consiglio di Stato chiede spiegazioni  

27.09.17 - 17:01
Il sindaco di Ginevra Rémy Pagani - che si era impiegato a favore dei referendum - si è scusato ieri con il Consiglio municipale, ammettendo «errori di valutazione»
Keystone
Annullamento del voto, il Consiglio di Stato chiede spiegazioni  
Il sindaco di Ginevra Rémy Pagani - che si era impiegato a favore dei referendum - si è scusato ieri con il Consiglio municipale, ammettendo «errori di valutazione»

GINEVRA - Autorità di sorveglianza dei comuni, il Consiglio di Stato ginevrino ha chiesto oggi ai cinque membri del Municipio della città di Ginevra di fornire gli elementi in relazione con l'annullamento da parte della giustizia della votazione comunale prevista il 24 settembre.

Il governo cantonale ha impartito ai municipali il termine del 6 ottobre. L'obiettivo della richiesta - spiega un comunicato odierno - è di chiarire lo svolgimento dei fatti che hanno indotto la Camera costituzionale della Corte di giustizia ad annullare, giovedì scorso, il voto previsto a Ginevra-città, relativo a quattro referendum contro altrettante misure di risparmio. Tali elementi consentiranno all'esecutivo cantonale di decidere se avviare un procedimento disciplinare.

Ammettendo due ricorsi contro il contenuto dell'opuscolo informativo, presentati da quattro partiti della destra e diverse persone, anch'esse appartenenti a partiti della destra, la Camera costituzionale aveva ritenuto il testo non conforme, in particolare a causa della presenza di due pagine di "introduzione", in aggiunta alle prese di posizione del comitato referendario.

Ritenuto responsabile di questo annesso, il sindaco di Ginevra Rémy Pagani - che si era impiegato a favore dei referendum - si è scusato ieri con il Consiglio municipale, ammettendo «errori di valutazione».

Una mozione e una risoluzione presentati dai partiti della destra, da MCG e UDC saranno tuttavia dibattute in urgenza questa sera.

La prima chiede all'esecutivo comunale spiegazioni sulla vicenda e il rimborso, da parte del rappresentante di estrema sinistra, delle spese provocate dall'annullamento del voto. La seconda esige le sue dimissioni immediate dalla carica di sindaco, funzione che dovrebbe occupare fino a giugno 2018, per la terza volta dalla sua elezione in Municipio nell'aprile 2007.

Il politico di origine ticinese era già stato avvertito dal Consiglio di Stato nel 2014, quando aveva perturbato una riunione del consiglio di amministrazione dell'azienda dei trasporti pubblici TPG, per protestare contro la sua esclusione quale rappresentante della Città.

Nella sua nota odierna, il Consiglio di Stato indica peraltro che la votazione relativa ai quattro referendum, che interessano tagli operati nel budget 2017, non si terrà prima del 2018. La legge cantonale sull'esercizio dei diritti politici - spiega - impone di osservare un termine di quindici settimane, al quale non è possibile derogare.
 
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE