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FEDERALI 2023«Sarebbe bello... non sentirlo più dire»

20.10.23 - 16:08
Nicolas Fransioli secondo proponente lista Costituzione radicale per il Consiglio degli Stati
Nicolas Fransioli
Fonte Nicolas Fransioli
«Sarebbe bello... non sentirlo più dire»
Nicolas Fransioli secondo proponente lista Costituzione radicale per il Consiglio degli Stati

Giunge quasi al termine questa campagna elettorale un po’ piatta e priva di guizzi. Abbiamo assistito ad un carosello di proclami, spesso poco specifici e approfonditi, di vari candidati, sia al Consiglio nazionale che al Consiglio degli Stati. Mi sembra poi piuttosto evidente che la competizione sia fra i candidati all’interno dei singoli partiti, più che fra partiti diversi, che, a differenza del passato, tendono a non profilarsi e non “attaccare” i partiti avversari, riconoscendosi vicendevolmente il diritto all’applicazione del vecchio adagio sui “panni sporchi”.
Anche i media non hanno particolarmente aiutato a rendere più interessante la corsa per Berna, sposando l’idea di format televisivi che, più che essere di informazione e dibattito, sembrano simili a dei quiz. E chi è interessato al genere ne trova di migliori in abbondanza, per dirla tutta. Dunque, se la partecipazione al voto sarà bassa (e sarà bassa), sicuramente è colpa di partiti e candidati, ma anche dei media, in primis la Rsi. Ogni tanto si ha l’impressione che la bassa partecipazione non sia poi questo gran problema per i “playmakers” della politica (“partitoni” e mainstream mediatico). “Vi impegnate proprio, per non farci votare”, verrebbe quasi da dire.
Poi, credo che dopo anni e anni di continui aumenti dei premi della cassa malati, con la “ciliegina” della stangata finale, giunta proprio durante questa campagna elettorale, dell’aumento del 10% dei premi in Ticino per il 2024, come minimo ci si poteva aspettare, da parte di partiti e candidati, che riconoscessero che la tematica dei costi sanitari e relativi premi è un’urgenza nazionale, che merita di essere la priorità assoluta della prossima legislatura, e non un tema su cui bisogna dire qualcosa giusto per “stare sul pezzo”. Invece no. Abbiamo avuto candidati che hanno rilanciato la tematica della cassa malati pubblica, che stando a tutti i calcoli già in precedenza presentati dalle autorità federali avrebbe un’incidenza al massimo del 5% sugli attuali premi. Altri che propongono l’abolizione del riconoscimento delle cure omeopatiche (Alex Farinelli a RadioTicino), cosa che avrebbe un’incidenza ancora più bassa, e altri candidati ancora che vanno in televisione o su altri media ad esternare la propria indignazione senza proporre nulla, se non concetti astratti legati alla giustizia sociale.
Tanto vale dirselo: è molto probabile che nella prossima campagna elettorale per le elezioni federali del 2027 avremo ancora il tema del continuo aumento dei premi della cassa malati, perché in questo quadriennio si sarà fatto poco o nulla.
Per fortuna ogni tanto, per chi non si è ancora rassegnato a darla vinta ai “playmakers” di cui sopra, arriva anche una boccata di ossigeno. In Ticino, penso di poter affermare senza rischio di smentita, nella corsa per il rinnovo dei poteri federali, l’unica reale novità è stata la candidatura al Consiglio degli Stati di Simone Conti, classe 1999. Ovviamente non ha possibilità di essere eletto e molto probabilmente non arriverà al secondo turno. Però, a differenza dei candidati delle sezioni giovanili dei principali partiti per il Consiglio nazionale e buona parte dei candidati più “quotati”, Conti ha tentato di affrontare le elezioni federali in modo pragmatico e concreto, avanzando alcune proposte che ha esposto in numerosi articoli. 
Soprattutto, lo ha fatto, a differenza di molti altri, rinunciando ad esimersi, per comodità propria o (presunta) degli elettori, dall’entrare nella complessità dei temi, ricercando, approfondendo e analizzando. Esercizio, oggi démodé, sicuramente non sempre facile, ma il minimo indispensabile per passare dalla declamazione di intenti a una proposta politica, ovvero, risolvere i problemi. Ovvero, non dirci cosa "sarebbe bello" fare, ma cosa si può fare e soprattutto come lo si può fare (preferibilmente, con un certo grado di dettaglio).
La possibile istituzione di una Corte costituzionale e soprattutto di una Corte dei conti a livello federale, il rafforzamento dei poteri sanzionatori della Finma (per evitare future esperienze come il fallimento di Credit Suisse), togliere ai minorenni l’onere dei premi della cassa malati, ecc., sono alcune delle proposte avanzate e argomentate dal candidato al Consiglio degli Stati Conti. Ci sono invece altri candidati, soprattutto al Consiglio nazionale, che hanno deciso di incentrare la propria campagna elettorale addirittura su “nessun tema” (e privi di pudore lo hanno pure dichiarato, dicendo che in un secondo tempo, se venissero eletti a Berna, potrebbero anche cambiare idea).
C’è poi chi ha invece puntato a presidiare con la propria immagine la quota più alta possibile di spazio pubblico, fisico o virtuale che sia. Il Ticino è stato inondato di pubblicità su giornali, siti online, treni, bus, bucalettere, social media, Youtube, con cui i vari candidati hanno esposto i propri nomi, numeri, facce e slogan. A tal proposito ho trovato sorprendente il fatto che quasi tutti i candidati abbiano evidentemente speso meno di 50mila franchi, visto che non hanno dichiarato i propri costi di campagna elettorale, cosa che erano tenuti a fare entro il 15 settembre qualora essi superassero questa soglia (50mila franchi, appunto), in base alle nuove norme sulla trasparenza del finanziamento della politica. Solo quattro candidati al Consiglio nazionale in Ticino hanno riportato preventivi di spesa superiori ai 50mila franchi (la lista si trova sul sito del Controllo federale delle finanze). Si poteva credere che inondare il Ticino della propria pubblicità, da Airolo a Chiasso, come ha fatto il candidato vicesindaco di Mario Branda (ma non è certo da solo) non costasse di più. Purtroppo non c’è più il domenicale “Il Caffè”, che almeno, in passato, qualche conto in tasca ai candidati lo faceva.
Poi infine, altri candidati, che rappresentano il nostro Cantone a Berna, in Ticino, per quattro anni nessuno li ha visti.
Per questi motivi reputo importante invitare a votare per il Consiglio degli Stati, Simone Conti. Non, come detto, perché credo cha abbia chances di essere eletto, ma per premiare chi ha cercato di portare un piccolo contributo analitico e propositivo in questa piatta, banale, “inserzionatissima” (ma a quanto pare low budget) campagna elettorale.
Mi permetto anche di consigliare di votare per il Consiglio nazionale Giovanna Viscardi, di fatto l’ultima radicale che il Plr ha messo in lista. Innanzitutto tutto perché la candidata Viscardi è stata una delle sole due candidate alle elezioni federali a me note (l’altra è la candidata del Centro Marguerite Ndiaye Broggini) che ha deciso di dedicare del tempo a scrivere qualcosa contro il blitz dei neo-nazisti della Junge Tat a Bellinzona. Secondo, perché nessuna candidata o candidato ha voluto esporsi così chiaramente a favore del progetto di AlpTransit, organizzando pure una conferenza con il professore di economia Remigio Ratti sul tema.
In queste elezioni federali, premiamo chi ha deciso di ragionare, approfondire e analizzare dettagliatamente i problemi e le soluzioni. Mal che vada, potremo sapere, perlomeno, se in futuro saranno coerenti con quanto proposto in campagna elettorale. Chi invece “mena il can per l'aia” senza temi o con proclami generici e astratti, nel concreto, potrà permettersi di sostenere tutto e l’incontrario di tutto.

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