Tra le accuse al regime di Teheran, quello di violare i diritti in nome di Dio. «Che razza di Dio è questo?»
BERNA - Membri del Consiglio nazionale del PS, dei Verdi e del Centro hanno espresso solidarietà al popolo iraniano nei loro interventi durante la manifestazione di sostegno al popolo iraniano che ha avuto luogo sabato pomeriggio sulla Piazza Federale a Berna. «La loro libertà è anche la nostra», ha esclamato la consigliera nazionale Natalie Imboden (Verdi/BE).
La consigliera nazionale Flavia Wasserfallen (PS/BE) si è tagliata una ciocca di capelli tra gli applausi della folla e, tra le altre cose, ha invitato il Consiglio federale a sostenere finanziariamente le organizzazioni per i diritti umani in Iran e a impegnarsi per una missione dell'Onu incaricata d'indagare sui crimini del regime islamico.
La consigliera nazionale Marianne Binder (Centro/AG) ha accusato il regime iraniano di violare i diritti umani in nome di Dio. «Che razza di Dio è questo?». È una pretesa ingiustificata, ha detto. «Dimostriamo di essere qui per il popolo iraniano e di sostenerlo nella sua lotta per la libertà», ha aggiunto.
Sollecitato anche CICR - Durante la manifestazione è stato fatto appello anche al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). Le condizioni nelle carceri iraniane violano i diritti umani e torture e stupri fanno parte della vita quotidiana. Il CICR deve indagare su questi fatti e verificare le voci secondo le quali i detenuti vengono deliberatamente uccisi.
La manifestazione ha anche permesso di promuovere l'appello lanciato a metà ottobre da 100 personalità svizzere della cultura e della scienza, che avevano a loro volta invitato il Consiglio federale a sostenere il movimento democratico in Iran. Finora oltre 17'000 persone hanno firmato la lettera aperta.
Verso i due mesi di proteste - Le proteste in Iran sono scaturite dalla morte della 22enne curda Mahsa Amini, avvenuta a settembre. La giovane era stata arrestata dalla polizia morale iraniana per non aver indossato correttamente il velo islamico ed è deceduta sotto la custodia della polizia.
Dalla sua morte, migliaia di persone manifestano in tutto il Paese contro la politica repressiva del governo e l'obbligo di portare il velo imposto dal regime islamico. Secondo fonti dell'opposizione all'estero, circa 280 persone sarebbero morte e più di 14'000 sarebbero state arrestate durante le proteste.