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SVIZZERA

La pandemia ha spinto l'e-government

Gli svizzeri utilizzano sempre più internet. Anche per rapportarsi alla pubblica amministrazione
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Fonte ATS
La pandemia ha spinto l'e-government
Gli svizzeri utilizzano sempre più internet. Anche per rapportarsi alla pubblica amministrazione
BERNA - La pandemia ha accelerato alcune specifiche attività che si svolgono su Internet, in particolare l'e-government. È quanto emerge dall'ultima rilevazione sul tema effettuata dall'Ufficio federale di statistica (UST). Nel 2021, il...

BERNA - La pandemia ha accelerato alcune specifiche attività che si svolgono su Internet, in particolare l'e-government. È quanto emerge dall'ultima rilevazione sul tema effettuata dall'Ufficio federale di statistica (UST).

Nel 2021, il 96% della popolazione tra i 15 e gli 88 anni ha utilizzato Internet. L'età continua però a giocare un ruolo di primo piano: il 90% delle persone sotto i 45 anni lo utilizzano quotidianamente, una quota che scende poi gradualmente fino al 53% di chi ha più di 75 anni.

Il paragone con il periodo prepandemico (dati del 2019), mostra che alcune attività sono state svolte meno frequentemente. È il caso, per ovvi motivi sanitari, dei servizi legati a viaggi e alloggi, scesi di 15 punti percentuali. È invece cresciuto tutto ciò che riguarda sanità, formazione e attività di comunicazione (come le videoconferenze), ma anche lo scaricare e l'ascoltare musica.

Un settore che ha goduto di un grande incremento è sicuramente quello dei servizi amministrativi online, con un aumento della quota di utenti dal 71% all'80%. Nel settore specifico dei moduli compilati online, sottolinea l'UST, l'incremento è davvero notevole: si è passati dal 43% al 68% di utilizzatori. In questa categoria rientrano ad esempio i moduli legati ad aiuti e indennità, ma anche quelli per le vaccinazioni.

Sorprendentemente, non si è invece rilevata una progressione degli acquisti online. Questo è però dovuto al fatto che una buona fetta di tali spese è legata solitamente a viaggi e cultura. Cambiano poi i metodi di pagamento: cala l'utilizzo delle carte di credito (dal 66% al 57% di utenti), a favore delle applicazioni per smartphone.

Più servizi su Internet, evidenzia l'UST, significa anche una maggiore quantità di dati online. In molti però non sono ancora consapevoli dei potenziali rischi e non prendono precauzioni basilari come limitare l'accesso al proprio profilo sulle reti sociali (54%) o la verifica della sicurezza di un sito Internet (50%).

La metà (48%) della popolazione si dichiara preoccupata del fatto che le proprie attività online siano registrate per diventare un target pubblicitario, ma solo un terzo (34%) ha modificato i parametri del proprio browser per limitare i cookie e un quinto (20%) utilizza un software che limita la possibilità di essere monitorati.

Spesso nemmeno i computer vengono protetti a sufficienza: tra il 2019 e il 2021 la quota di utenti che dichiara che sul proprio pc è installato un software di sicurezza è diminuita dal 65% al 60%, mentre per quel che riguarda gli smartphone si è scesi dal 60% al 57%.

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