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SVIZZERA

Maurer voleva abolire le soglie di rappresentanza per minoranze linguistiche e donne

Lo scrive oggi Le Matin Dimanche, che ha avuto accesso a documenti riservati.
Keystone (archivio)
Fonte ats
Maurer voleva abolire le soglie di rappresentanza per minoranze linguistiche e donne
Lo scrive oggi Le Matin Dimanche, che ha avuto accesso a documenti riservati.
Questi valori erano stati introdotti nel 2016, dopo aver costatato che le lingue minoritarie e le donne erano sottorappresentate fra il personale federale.
BERNA - Il ministro delle Finanze Ueli Maurer, che è anche responsabile dei 38'765 dipendenti della Confederazione, avrebbe voluto abolire i criteri per garantire una rappresentanza equa della minoranze linguistiche e delle donne nell'Amminist...

BERNA - Il ministro delle Finanze Ueli Maurer, che è anche responsabile dei 38'765 dipendenti della Confederazione, avrebbe voluto abolire i criteri per garantire una rappresentanza equa della minoranze linguistiche e delle donne nell'Amministrazione federale. Lo scrive oggi Le Matin Dimanche, che ha avuto accesso a documenti riservati.

Questi valori erano stati introdotti nel 2016, dopo aver costatato che le lingue minoritarie e le donne erano sottorappresentate fra il personale federale. Da allora, un rapporto annuale misura i progressi compiuti nei singoli dipartimenti.

Quattro anni dopo, visto il bilancio positivo, Ueli Maurer ha proposto di abbandonare queste soglie e di sostituirle con "raccomandazioni generali". A suo avviso, questo avrebbe permesso di "ridurre la burocrazia" generata dalla redazione del rapporto annuale e di concentrarsi sulla trasformazione digitale dell'amministrazione.

La proposta, presentata al governo il 18 settembre, ha incontrato forti resistenze, scrive il domenicale. Secondo i documenti di cui è in possesso il giornale, tre ministri si sono opposti: Ignazio Cassis, Alain Berset e Viola Amherd. Venerdì scorso quindi il Consiglio federale ha confermato questi valori e li ha addirittura innalzati per le donne, i tirocinanti e i disabili.

Per quanto riguarda le lingue, la quota media di funzionari che parlano francese (21,9%), italiano (6,6%) e romancio (0,5%) corrisponde agli obbiettivi prefissati. Per il consigliere nazionale Laurent Wehrli (PLR/VD), presidente di Helvetia Latina - associazione che si batte per la promozione delle lingue minoritarie della Confederazione -, vanno comunque mantenuti perché «senza statistiche, il problema rischia di peggiorare senza essere immediatamente evidente. Dovremmo poi reagire più tardi con un rimedio da cavallo. Non è una cosa intelligente», ha detto a Le Matin Dimanche.

La vicepresidente Laurence Fehlmann Rielle (PS/GE) è più drastica: «È in gioco la coesione nazionale", ha detto. "Ci sono dipartimenti che si impegnano più degli altri. Quando si tratta di donne, è la stessa cosa». I dipartimenti "tradizionalmente di lingua tedesca" - DFGP (giustizia, polizia), DDPS (difesa, protezione civile e sport), DATEC (ambiente, trasporti, energia e comunicazione) e DEFR (economia, formazione e ricerca) - hanno una sovrarappresentanza di dipendenti germanofoni e più si sale nella scala degli stipendi, più questa disparità diventa marcata.

Le donne rappresentano attualmente il 43,9% del personale della Confederazione. Ueli Maurer si è rallegrato del fatto che l'obbiettivo è stato quasi raggiunto, i suoi colleghi di governo invece hanno deciso di alzare la soglia tra il 46% e il 50% in generale e hanno aumentato la percentuale minima di fra i quadri di alto livello dal 20% al 27%.
 

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