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SENZA TRUCCO SENZA ING…ARNO«Yakin deve metterci la faccia»

27.03.24 - 07:00
In Nazionale con il freno a mano tirato: «Ma è giusto così»
Imago
«Yakin deve metterci la faccia»
In Nazionale con il freno a mano tirato: «Ma è giusto così»
Arno Rossini: «Nella testa del selezionatore la rosa di giocatori per l’Europeo è già definita».
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DUBLINO - Superata di slancio la coppia di impegni di fine marzo, la Svizzera ha fatto un nuovo piccolo passo in direzione dell’Europeo, ovvero il grande obiettivo stagionale. La posta in palio sarà massima, per questo motivo le partite di giugno-luglio in Germania saranno infuocate. La posta in palio era nulla, per questo gli ultimi match primaverili sono stati “leggeri”.

«A questo punto della stagione, con i campionati e le coppe che entrano nella fase calda, per molti rispondere alla chiamata di un selezionatore è quasi un fastidio - ha spiegato Arno Rossini - Il 90% dei convocati, di qualsiasi nazionale, ha giocato senza troppa convinzione».

L’identikit del calciatore poco impegnato?
«Tutti quelli che non avevano nulla da dimostrare: i giocatori già affermati e quelli che con le loro squadre di club sono in corsa per obiettivi importanti. Parlando di Svizzera, Granit Xhaka non ha “messo la gamba”. Ma è giusto così, ha un titolo da vincere con il Bayer Leverkusen. E lo stesso si potrebbe dire per tanti: Akanji, Schär… Non è che non si siano impegnati, semplicemente non sono andati a tutta».

Così però si dimostra di rispettare poco la Svizzera.
«In realtà molti hanno giocato con il freno a mano tirato anche per la Nazionale. L’Europeo è un appuntamento importantissimo e nessuno vuol rischiare di perderlo per un infortunio serio rimediato in una partita priva di importanza».

Chi invece ha spinto al massimo?
«Tutti i giovani, tutti quelli che devono ancora conquistarsi un posto in una lista - quella per Euro2024 - che è quasi del tutto completata».

Yakin non attenderà fino all’ultimo per fare le convocazioni?
«Sì, ma nella sua testa la rosa che andrà in Germania è già definita. Forse “ballano” due o tre posti. Non di più. Per i calciatori ancora in bilico ogni occasione è dunque buona per mettersi in mostra. Hanno poi dato tutto pure quelli ancora senza contratto per il prossimo anno: le amichevoli internazionali sono sempre una bella vetrina».

Poco interesse, attenzione su altre competizioni… Come fa il selezionatore a tirar fuori qualcosa di buono dalle amichevoli?
«Non è facile riuscire a stimolare tutti, a toccare i tasti giusti. Eppure deve riuscirci: deve fare in modo che in campo ci sia il giusto mix tra voglia ed esperienza. Perché comunque ogni impegno va onorato fino in fondo. E ogni volta è lui a metterci la faccia…».

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