Domenica, a Lucerna, andrà in scena la prima bianconera di Maurizio Jacobacci. I giocatori sono pronti a spingere sull'acceleratore?
LUGANO – L'idea di calcio spettacolo, di manovra ariosa, di grande possesso e di trame (sulla carta) interessanti, va abbandonata. Almeno per il momento, va ripiegata per bene e messa con cura in un cassetto. In attesa di tempi migliori. In un secondo momento ci si deve spostare davanti all'armadio, dove va riposto il vestito della festa, sempre indossato ma raramente giustificato, e da dove va presa la divisa da lavoro.
Il nuovo Lugano, quello di Maurizio Jacobacci, sarà infatti almeno fino a dicembre un Lugano operaio, pragmatico, che bada al sodo e lascia i fronzoli ai rivali. Sarà anche vincente? Questo dipenderà da come i giocatori, ora con le spalle al muro, reagiranno al ribaltone e alla strigliata di questa settimana, e da quanto e in che modo seguiranno il nuovo mister.
Jacobacci fa dell'equilibrio e della sostanza i suoi marchi di fabbrica. Lo ha dimostrato soprattutto a Sciaffusa, ovvero nell'esperienza più lunga e significativa della sua carriera in panchina. In tre anni e mezzo in giallonero ha conquistato una promozione in Challenge League e tre campionati di serie cadetta molto positivi, chiusi con un quarto e due quinti posti. Il gioco? Raramente scintillante. I numeri? Positivi per una squadra mai tra le più competitive della categoria. Le tre avventure di “B” hanno portato 45 vittorie al fronte di “sole” 40 sconfitte (e 21 pari), 155 reti fatte e 139 incassate.
Equilibrio e sostanza. Ovvero quello che serve ora ai bianconeri ticinesi, che domenica affronteranno la prima sfida di un ciclo complicato, che fino alla sosta li vedrà esibirsi tre volte in trasferta (a Lucerna, Thun e Neuchâtel) e tre volte in casa (con Basilea, Servette e YB). Cominciare facendo punti nella tana degli svizzerocentrali sarebbe per loro un buonissimo viatico...