Cerca e trova immobili

FC LUGANOLitigi, addii repentini e qualche credito: ecco chi sono i Tesoro

14.01.16 - 07:00
Savino e Antonio, dirigenti pallonari di lungo corso, hanno operato in piazze caldissime, rimediando insulti e applausi. Sono gli uomini giusti per i bianconeri?
Litigi, addii repentini e qualche credito: ecco chi sono i Tesoro
Savino e Antonio, dirigenti pallonari di lungo corso, hanno operato in piazze caldissime, rimediando insulti e applausi. Sono gli uomini giusti per i bianconeri?
CALCIO: Risultati e classifiche

LUGANO - Savino e Antonio Tesoro proprietari di parte delle quote azionarie del Lugano? Si chiudesse l'affare tra i dirigenti pugliesi e Angelo Renzetti (trattativa che il presidente a Cornaredo non ha confermato) per i bianconeri sarebbe un bene o un male? I Tesoro sono uomini di calcio, questo è vero, hanno agganci, conoscenze e competenza, ma nonostante ciò in passato non hanno raccolto solo applausi dove sono stati. Anzi.

Nel 2009 padre e figlio acquisirono la Pro Patria, reduce da una cavalcata che quasi valse la Serie B, a una settimana dall’ultima udienza pre fallimento. Savino e Antonio misero mano al portafoglio (circa 5,5 milioni di Euro) rivoluzionando la rosa - a Busto Arsizio arrivò anche l’ex Lugano Lombardi - ma, complici anche i loro contrasti, non seppero portar tranquillità e punti. Così, al termine quel campionato, i bustocchi retrocedettero in Lega Pro Seconda Divisione dopo un playout perso con il Pergocrema. La stagione 2010-11 fu quella della fuga della famiglia pugliese: nonostante un avvio di campionato più che discreto, il 28 settembre Antonio rassegnò le dimissioni a causa delle incomprensioni avute col padre. Da quel momento il patron decise di non investire più e di cedere la Pro Patria anche gratuitamente chiudendo così la sua avventura in biancoblù. Per la cronaca, in quel campionato i biancoblù arrivarono comunque ai playoff (poi non superati) nonostante una penalizzazione di 7 punti in classifica a causa di ritardi nei pagamenti di stipendi e contributi.

Archiviata l'esperienza lombarda il duo pugliese tornò subito protagonista nel mondo del calcio, acquisendo un terzo delle quote azionarie del Como. Il 30 giugno 2011, Savino presentò una fidejussione di circa 600’000€ che permise alla società lariana di iscriversi al campionato di Lega Pro e di operare sul mercato. Antonio invece iniziò ricoprendo il ruolo di Responsabile dell’Aria Tecnica. Dopo diverse vicissitudini, il padre a fine ottobre lasciò il suo ruolo per problemi relativi alla suddivisione delle quote, mentre il figlio - che continuò a ricoprire la sia mansione anche dopo il cambio di presidenza avvenuto nel novembre 2011 - salutò le rive del Lago il marzo successivo.

Nel febbraio 2012 i due iniziarono a prendere contatti con la famiglia Semeraro che gestiva il Lecce. Dopo alcune frenate nelle trattative, soprattutto a causa dello scandalo calcioscommesse che vide indagata anche la società giallorossa, Savino e Antonio acquisirono l’intero pacchetto azionario salentino. Inizialmente il padre avrebbe voluto prendere le redini del club solo in caso di permanenza in B, ma alla fine decise di presentare l’offerta ufficiale nonostante la retrocessione in Lega Pro. A ottobre 2012 la famiglia Tesoro acquisì definitivamente il Lecce ma, nonostante la conferma di quasi tutta la rosa che l’anno prima aveva militato in Serie A e alcuni acquisti importanti per tentare immediatamente la salita, la squadra pugliese perse due finali consecutive di playoff non facendo il salto di categoria. Dopo quasi tre anni, ovvero nel febbraio 2015, Savino comunicò di voler lasciare il club, minacciando anche di abbandonarlo nelle mani del sindaco, il che avrebbe avrebbe portato al fallimento. Il finale tragico, in ogni caso, non si verificò: fornendo una garanzia da 5’000’000 di euro, il dirigente riuscì infatti a trovare una cordata che rilevò la società. Il 9 novembre 2015 si chiuse così l’esperienza della coppia Tesoro alla guida dei giallorossi. In terra pugliese hanno un ottimo ricordo di Savino e Antonio per quanto riguarda il lato economico - zero debiti, tanti soldi investiti e qualche credito nelle casse - ma rinfacciano al padre la poca esperienza, le poche competenze calcistiche e un carattere troppo sanguigno e irascibile. Il figlio, invece, viene descritto come un gran conoscitore di calcio e con un gran occhio per scovare nuovi talenti.

Qualche luce, tante ombre. Se davvero questi saranno tra i nuovi dirigenti del Lugano cosa ci si deve aspettare?

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

durso 8 anni fa su tio
Di nuovo "alla frutta",non ci sono più money e si cerca qualunque tipo di soluzione. Le esperienze vissute in ticino sembra non bastino più. Allegria.

Hardy 8 anni fa su tio
Garantisce Pietro Belardelli.

clay 8 anni fa su tio
Risposta a Hardy
O MAGARI GIULINI...CHE I MILLIONI LI ASPETTA DALLA BEFANA

mgk 8 anni fa su tio
Saro prevenuto pero.....

jena 8 anni fa su tio
MA ANCHE NO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! meglio una dignitosa presenza in SL senza grosse ambizioni, ma con la possibilità di fare lo sgambetto a qualche grande del calcio Svizzero! Zeman é sempre stato bravo a sviluppare e lanciare i giovani... quindi sftruttiamolo per questo!

Serfol71 8 anni fa su tio
Questi sono 2 buffoni si vede gia dalla faccia...

nessuno 8 anni fa su tio
povero calcio

Frankeat 8 anni fa su tio
Piuttosto che dare in mano la squadra, anche solo l'1%, a due soggetti di questo calibro (calabro?), preferirei sciogliere la squadra e demolire Cornaredo da solo con una forchetta di plastica.

Spitfire 8 anni fa su tio
Risposta a Frankeat
Sarebbe un lavoro davvero duro ma mi accodo alla tua proposta

Hardy 8 anni fa su tio
Insomma, vogliono proprio fallire di nuovo.
NOTIZIE PIÙ LETTE