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"Io, tu e l'OSI", «come un primo giorno di scuola»

CANTONE"Io, tu e l'OSI", «come un primo giorno di scuola»

28.02.24 - 06:30
Martedì sera si è tenuta la prima prova del progetto che unisce i professori dell'Orchestra e 50 musicisti dilettanti
TIO/20minuti/Caironi
"Io, tu e l'OSI", «come un primo giorno di scuola»
Martedì sera si è tenuta la prima prova del progetto che unisce i professori dell'Orchestra e 50 musicisti dilettanti

LUGANO - Per una sera il medico ha lasciato il camice, il professionista ha abbandonato l'ufficio e lo studente ha messo da parte i libri: c'era da coronare un sogno - nel segno della musica classica. L'Auditorio Stelio Molo della Rsi a Lugano-Besso ha ospitato nella serata di martedì 27 febbraio il debutto del nuovo grande progetto dell'Orchestra della Svizzera Italiana: la prima prova di "Io, tu e l'OSI".

Di che si tratta
Negli scorsi mesi sono stati selezionati 50 musicisti dilettanti, che avranno l'opportunità di esibirsi insieme ai professori dell'OSI nel corso di due concerti che avranno luogo al LAC di Lugano all'inizio di giugno. La prova di martedì sera è stato il modo di rompere il ghiaccio e di vincere l'emozione nel trovarsi accanto a grandi musicisti, magari ammirati nel corso di più concerti. Ma c'è anche la preziosa possibilità di dare sfoggio delle proprie capacità in un luogo nel quale sono risuonate (in modo splendido) melodie immortali.

Mentre i tecnici erano ancora al lavoro i professori hanno iniziato ad arrivare nell'Auditorio. Tra i primissimi è stato il direttore, Philippe Béran. Il clima era informale, rilassato. Tutti hanno estratto il proprio strumento dalle custodie e l'aria si è riempita di meravigliose dissonanze. L'atmosfera è diventata di colpo quella di un primo giorno di scuola all'arrivo alla spicciolata dei veri protagonisti della serata: i 50 dilettanti, provenienti dai più vari ambienti ma tutti legati dalla militanza in varie formazioni locali - nonché da un grande amore per la musica.

Tutte le età sul palco
"Io, tu e l'OSI" è davvero un progetto intergenerazionale. Tra i più giovani c'è Ester, di soli 14 anni - che si è detta super emozionata di poter suonare il suo corno insieme ai professori e ha ringraziato di cuore l'OSI per questa opportunità. Il 61enne Dario Meroni, attualmente disoccupato, ha colto al balzo l'occasione di suonare con i musicisti di vaglia che compongono l'OSI. «Ho aderito molto volentieri al progetto, è in circostanze come questa che s'impara qualcosa». Effettivamente, dall'esempio di chi ha fatto dell'eccellenza musicale una professioni si possono trarre delle lezioni utilissime.

L'entusiasmo era evidente anche tra i professori dell'OSI. «Si tratta di qualcosa di molto bello» ci è stato detto, «è sicuramente una bella spinta per chi si sta formando nel mondo musicale». Come Olivia Angelucci, 18enne studentessa liceale e arpista. Se prima parlavamo di atmosfera da primo giorno di scuola, «di ansia ce n'è anche di più, ma è bello poter fare quello che si ama». Nel suo caso, e probabilmente in altri, i solisti dell'orchestra sono dei veri e propri "angeli custodi", come è stato sottolineato nel corso della serata.

Chi per caso e chi con grinta
All'Auditorio Stelio Molo c'era anche qualcuno che abbiamo già conosciuto nell'ambito musicale, ma in un'altra veste: è Renato Torre, cantautore luganese oggi 23enne e già partecipante di X-Factor. «Ne ho letto sul giornale» ci spiega «ma la mia è una partecipazione casuale». Per una serie d'impegni Renato non era riuscito a iscriversi in tempo, ma poi la defezione di un secondo violino gli ha spalancato le porte. «Un'entrata last minute, ho ricevuto le parti solo settimana scorsa. Ma è una bellissima opportunità».

Pensa la stessa cosa Manuela Monzeglio, 56enne oggi addetta alla logistica ma con un passato da storica e musicologa. Anche per lei, che suona il corno e sfoggia una felpa dei Cure, «è un'occasione per divertirmi e per mettermi alla prova».

La qualità e il sorriso
Dopo il saluto della direttrice artistica dell'OSI Barbara Widmer - che non ha nascosto la sua emozione e ha sottolineato l'importanza di un progetto come "Io, tu e l'OSI" per il territorio - è stata la volta di Béran, che ha scandito le due parole chiave di questa esperienza: "qualità" e "sorriso". Quindi sono partite le prove vere e proprie, con la Danza ungherese n. 5 di Johannes Brahms. Béran, dopo una prima esecuzione collettiva, ha lavorato sui dettagli con vari gruppi di strumentisti.

Il livello delle esecuzioni è apparso da subito molto buono: tutti hanno profuso il massimo impegno, passando da un grande della classico all'altro: dopo Brahms è stato il turno di Händel, Berlioz, Bizet (con la celebre Suite n. 2 Habanera della Carmen), Khachaturian, Offenbach (con l'altrettanto arcinota "Barcarola") e per concludere Sparke, Cosma e ancora Offenbach. Béran, con la sua simpatia, ha contribuito molto a mettere tutti a proprio agio.

Il programma
Le prove di "Io, tu e l'OSI" proseguiranno anche mercoledì 28 (ottoni e percussioni), giovedì 29 (legni) e venerdì 1° marzo (archi), poi ci si ritroverà nel corso del mese di maggio, in un crescendo di appuntamenti che culmineranno nella prova generale di sabato 1° giugno e nei due concerti, del 1° e 2 giugno al LAC di Lugano.

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