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L'INTERVISTA«Uno deve anche crescere: non si può più pensare solo alle caz***te»

12.06.23 - 06:30
Sono le parole di Jacopo Lazzarini, in arte Lazza. Sarà in concerto il 24 giugno a Castle On Air.
Imago
«Uno deve anche crescere: non si può più pensare solo alle caz***te»
Sono le parole di Jacopo Lazzarini, in arte Lazza. Sarà in concerto il 24 giugno a Castle On Air.

BELLINZONA - Disco d'oro e doppio disco di platino. È trascorso un decennio da quando Jacopo Lazzarini, in arte Lazza, si è per la prima volta affacciato al mondo della musica hip-hop in Italia. Non è un novellino. È un professionista affermato.

Classificatosi al secondo posto al Festival di Sanremo con il suo brano "Cenere", sarà in concerto a Bellinzona il 24 giugno, a Castle on Air. L'abbiamo intervistato. 

Non possiamo che iniziare parlando di Sanremo, com'è stato per te arrivarci già da artista affermato e farti conoscere da un pubblico che non era fondamentalmente il tuo?
Non era ancora il mio pubblico, ma lo è ora! È stato bello, sicuramente molto formativo, sono cresciuto molto nell'arco di quella settimana. 

Com'è cambiata la tua vita da quel momento in poi? Anche nelle piccole cose.
A livello lavorativo è cambiato tutto. Si è ingrandita la mole di lavoro, è aumentato il numero di persone ai concerti. Senza voler nascondere niente a nessuno, sto guadagnando molto meglio.

È cambiata anche l'età delle persone che mi fermano per strada: mi fermano quelli di sempre più le famiglie, i nonni, i bambini piccoli. Ieri sono capitato in zona mia, dove sono cresciuto. Un mio amico stava girando un video al campetto da basket. Sono passato a salutarlo. E niente... Mi sono fatto assalire da un centinaio di bambini. 

Hai detto che al brano "Cenere" tieni particolarmente, com'è vederla «fra la gente»?
È incredibile vederla allo stadio. La prima volta mi sono frizzato completamente, non me lo aspettavo. Ci sono rimasto un po' così... di stucco. 

So che è stata remixata in stile anni '90, come mai questa scelta?
L'altro giorno ho avuto la fortuna di andare al Nameless (festival di musica elettronica sul lago di Como, ndr.) e di suonare assieme a Gordo, che ha registrato il remix. Per quello che riguarda la scelta stilistica dovete chiedere direttamente a lui. In fin dei conti, l'ha fatta lui. 

Hai davanti a te un'estate davvero piena, per quanto riguarda i live. Sei carico?
Non vedo l'ora. Son qua che conto i giorni. Non ne posso più di stare a casa. 

Tra due settimane suonerai a Bellinzona, all'ombra dei castelli. Ci sei mai stato? 
Sì, ma. Dovrai perdonarmi, con la geografia sono un cane: l'ultima volta che sono stato nei pressi di Bellinzona sono stato in una discoteca imballata di gente (il Vanilla, ndr). È stato bellissimo.

Che rapporto hai con il Ticino? Lo conosci?
Voglio fare una premessa: non vedo molto dei posti in cui suono. Di solito arrivo, mi piazzo in albergo fino al momento del concerto, faccio il concerto e torno in albergo. Anche se ricordo di essere stato molto bene a Lugano, dove ho suonato. Mi ricordo in particolare del pubblico, che era molto caloroso. 

Sappiamo che sei un collezionista di orologi di lusso. Qual è l'orologio dei tuoi sogni?
Quello che non posso avere: il 5711 Tiffany (di Patek Phillipp, prezzo: 2.8 milioni di franchi, ndr.). Tra quelli che possiedo già invece, è il Royal Oak Openworked, quello scheletrato in oro rosa, sempre di Patek.  

Approfitterai del concerto a Bellinzona per dare un'occhiata a qualche gioielleria?
Guarda, ti dico, non mi piace fare richieste a più gente, so che ci sono rivenditori di Patek in zona, ma io già mi rifornisco da un'altra parte. 

Di recente con Fedez hai lanciato BOEM, una bevanda alcolica. Com'è nata l'idea?
L'idea è stata proposta a entrambi. Ci sembrava una cosa f*ga. Siamo fan delle cose esclusive. Abbiamo una specie di monopolio su questo tipo di bibita in Italia.

Perché da noi praticamente non esistono. Siamo i primi a renderla così mainstream. E ti dico, non è per tirare acqua al mio mulino: ma è proprio buona. No, ti giuro. C'è qui il mio personal che se n'è appena scolata una, così, nell'attesa. 

Ti piace questa cosa di fare anche l'imprenditore?
Certo. Mi piace investire nei prodotti giusti. Arrivato a quasi 30 anni, uno deve anche crescere: non si può più pensare solo ai vestiti, all'immagine, alle caz***te.

Con la musica, per quanto uno possa spaccare, il rischio di finire in una situazione precaria è sempre in agguato. È dunque importante avere un piano B. Ovviamente, la musica rimarrà sempre il mio piano A. Ma manterrò le mani anche su altri progetti. 

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