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Accettare l'insonnia: «Anche i difetti possono essere "Chic"»

CANTONEAccettare l'insonnia: «Anche i difetti possono essere "Chic"»

13.01.23 - 06:30
La giovane cantante ticinese Julie Meletta racconta come ha affrontato l'angoscia delle notti senza riuscire a dormire.
Mia Gianini
Accettare l'insonnia: «Anche i difetti possono essere "Chic"»
La giovane cantante ticinese Julie Meletta racconta come ha affrontato l'angoscia delle notti senza riuscire a dormire.

BELLINZONA - L’insonnia è un incubo. Svegliarsi nel bel mezzo della notte e non riuscire più a prendere sonno. Un’angoscia che logora e che si ripete ciclicamente ogni volta che scende il buio. Ma come esorcizzare questo problema? La giovane cantante ticinese Julie Meletta nel suo ultimo singolo “Chic”, pubblicato oggi con l’etichetta discografica Phonag di Zurigo, racconta la sua esperienza e svela come ha affrontato questo male tanto comune quanto fastidioso.

Cosa volevi trasmetter con “Chic”?
«So che è un cliché dell’artista (ride nr.), ma avevo bisogno di metabolizzare il problema dell'insonnia attraverso la musica. Non volevo però una canzone lamentosa e pesante. Ogni periodo brutto ha una via d’uscita. Volevo quindi infondere grinta e speranza. È brutto soffrire d’insonnia, si ha le mani legate ed è facile lasciarsi prendere dal panico».

Come si supera l’insonnia?
«In realtà non l’ho mai superata davvero. Ma ho smesso di combatterla. All’inizio mi arrabbiavo e lasciavo che condizionasse la mia giornata. Non avevo più voglia di uscire e spesso ero di cattivo umore. Poi ho capito che l’insonnia non è altro che un campanello d’allarme che ti segnala che qualcosa non va».

Quale insegnamento hai potuto trarre?
«Ho imparato che l’insonnia è una cosa positiva. Mi ha avvisato che non ero serena. Bisogna ascoltarla e accettarla. Solo così diventa una compagna che ti ricorda quando qualcosa nella tua vita deve cambiare. Siamo quasi diventate amiche, anche se la odio ancora (ride nr.)». 

La melodia è allegra e orecchiabile, il testo invece è in parte triste, come mai?
«Questo contrasto rispecchia la mia filosofia. Quando un tema è triste sento il bisogno di alleggerirlo con la musica per dargli un po' di speranza, per ricordare a me stessa che c'è sempre una via d'uscita». 

La tua riflessione però va oltre all’insonnia, giusto?
«Il brano parla anche dell’eccesso di autocritica. Capita spesso di essere troppi duri con se stessi e di vedere solo i difetti. Il testo della canzone spinge le persone a liberarsi da questi pensieri negativi per vivere più serenamente».  

«Le vernis qui craque sur mes doigts et sur les murs», un’immagine che trasmette molto bene l’angoscia dell’insonnia.
«Quando ci si sveglia nel pieno della notte si ha l’impressione che tutto intorno si sgretola. Il mondo si capovolge. Non dormivo più e non stavo bene di giorno. Ero proprio uno zombie. I muri della stanza come lo smalto sulle unghie si sgretolano».

Perché la scelta del titolo?
«"Chic" compare solo una volta. È una scelta legata al testo. La canzone tratta tanto i difetti e le paranoie, ho scelto quindi un titolo con una connotazione più positiva. Anche i difetti possono essere chic».  

In questo brano, ti ispiri molto alla “Yéyé” francese degli anni ‘70.
«È un ritorno alle origini, è la musica con cui sono cresciuta. Dopo tanta musica pop, volevo produrre qualcosa di più intimo e personale che scavasse nel mio passato. Ho scelto il francese, la mia lingua madre, e ho aggiunto molti riferimenti alla musica della mia infanzia oltre che ai Beatles, di cui sono una grande fan».

“Chic” fa parte di un EP pronto per la prossimo estate, ci puoi svelare qualcosa?
«La raccolta uscirà il 19 maggio! Saranno cinque brani tutti in francese che ricalcano lo stile di “Chic”».

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