L’imprenditrice e influencer risponde alle critiche sull’eccessiva esposizione online
MILANO - Chiara Ferragni deve la sua fortuna al web, anzi per la precisione a Instagram, social network attraverso il quale ha dimostrato che una influencer può trasformarsi in imprenditrice e avviare un impero economico da milioni e milioni di euro. Gli inizi, però, per la Ferragni non sono stati facili: tante le critiche da chi non credeva che il suo fosse un vero lavoro.
«Quando avevo 22 anni l’accanimento nei miei confronti era scioccante, soprattutto perché le persone che mi muovevano critiche erano molto più grandi di me. A causa loro, mi è capitato di non godermi del tutto i momenti belli», ha raccontato la Ferragni in un’intervista al Corriere della Sera.
«Poi, di colpo, ho avuto un’illuminazione - ha continuato -. Mi sono detta: ‘Sto facendo una cosa innovativa, ho un team bellissimo: io so quanto valgo’. È fondamentale avere la consapevolezza del proprio valore».
Da questa consapevolezza è nata la forza per “inventarsi” un lavoro e costruire il suo successo. Ancora oggi, però, c’è chi le rinfaccia di arricchirsi esponendo online tutta la sua vita. In realtà quello che arriva sui social è solo una parte minima della vera Ferragni: «Non mi sono mai prefissata cosa voglio o non voglio condividere - ha chiarito l’imprenditrice -. Faccio ciò che sento. Certo, ci sono contenuti che evito di postare per rispettare la privacy altrui. Ma non esiste qualcosa di non detto, di cui sono certa che non parlerò”. “Ciò che sottolineo sempre - ha poi aggiunto - è che, per quanto online sia più attiva della media, il 90% della mia vita non è condivisa sui social».
Soprattutto, la Ferragni non pubblica esclusivamente post volti a dare un’immagine esclusiva di sé: «Nella vita, e dunque sui social, è cruciale riconoscere e mostrare anche le proprie debolezze, l’importanza di parlarne, di lavorarci con esperti e psicologi - ha ribadito la Ferragni toccando un tema a lei caro -. Lavoro per rompere questo tabù. I social non devono essere solamente la vetrina di una vita perfetta, che non esiste. Le nuove generazioni, finalmente, sono pronte a condividere la vita vera, con le sue luci e le sue ombre».