Vaccari al PoW.space: «Privacy, questa sconosciuta»


Il pioniere della Bitcoin Valley italiana prosegue il ciclo di giugno di Accademia S₿AM, dedicato alla privacy digitale, spiegando come proteggere la propria libertà finanziaria
Il pioniere della Bitcoin Valley italiana prosegue il ciclo di giugno di Accademia S₿AM, dedicato alla privacy digitale, spiegando come proteggere la propria libertà finanziaria
Lunedì 23 giugno il PoW.space di Lugano ha ospitato il secondo appuntamento del ciclo mensile di Accademia S₿AM dedicato alla privacy digitale. Dopo l'intervento di Jaromil sui rischi dell'identità digitale europea, è stata la volta di Nicola Vaccari, figura storica del movimento Bitcoin italiano, che ha affrontato l’articolata dimensione della privacy da una prospettiva più pratica e quotidiana. Vaccari, che si è presentato al pubblico come «un umile evangelista Bitcoin e timechain» con i suoi «2617 weekend di vita», ha portato con sé l'esperienza unica della Bitcoin Valley di Rovereto, in Trentino Alto-Adige. Insieme a Marco Amadori, è stato tra i pionieri nella divulgazione dell’invenzione di Satoshi Nakamoto in Italia, mediante la creazione, già dal 2015, di una delle prime comunità al mondo in cui è possibile utilizzare BTC nella vita quotidiana. Dal progetto Bitcoin Valley è nato Comproeuro®, che ha rappresentato una delle prime catene di negozi fisici in Italia nei quali acquistare e vendere Bitcoin. L'esperienza trentina ha fatto scuola, ispirando iniziative simili e attirando l'attenzione dei media internazionali. Oggi Vaccari opera come libero professionista ed è co-fondatore anche di Inbitcoin, Bmanity, oltre che collaboratore di QuickExchange, in Svizzera, un servizio che opera con sedi fisiche in Ticino per l'acquisto e vendita di Bitcoin e altre valute digitali.
La privacy non è un lusso, è necessaria
Nel patio del co-working sito in Contrada di Sassello 8, Vaccari ha esordito con un messaggio chiaro e diretto: la privacy non è un lusso, ma una necessità fondamentale. Ha spiegato il concetto attraverso esempi concreti, dal mondo fisico (una conversazione in un vicolo ha più privacy rispetto a una discussione in piazza) a quello digitale, in cui «una e-mail criptata offre maggiore protezione rispetto a un SMS standard». Il relatore ha definito la privacy come il controllo granulare delle informazioni personali, sottolineando come anche dettagli apparentemente insignificanti possano diventare cruciali. Ha evidenziato, quindi, l'importanza di essere consapevoli di quante informazioni si condividono, spiegando come conoscere la versione specifica di un wallet possa esporre a vulnerabilità note. Un punto centrale dell'intervento è stata la chiarificazione di un malinteso comune: Bitcoin non è anonimo, ma pseudonimo. Vaccari ha spiegato la differenza usando l'esempio di S₿AM, divulgatore e manager di Plan ₿ Network a Lugano: «Tutti conoscono il suo pseudonimo, ma pochi conoscono il suo vero nome, finché qualche amico non rivela dettagli personali». Il relatore ha illustrato come esistano diversi livelli di privacy nei sistemi di pagamento, dai contanti (ottimi per la privacy ma difficili da usare online) alle CBDC, che considera particolarmente problematiche per la privacy, poiché potrebbero tracciare ogni movimento e posizione degli utenti.
Strumenti pratici per la privacy
L'intervento ha fornito indicazioni concrete per migliorare la propria privacy in ambito Bitcoin. Gestire il proprio nodo, intanto. Su questo fronte, Vaccari ha sottolineato l'importanza di avere un nodo personale per mantenere una copia indipendente della timechain, evitando di dover fare affidamento su explorer esterni che potrebbero tracciare le ricerche sui propri indirizzi e transazioni. Il relatore ha in seguito spiegato come i wallet moderni generino automaticamente un nuovo indirizzo per ogni transazione, raccomandando di usarne uno diverso per ogni pagamento, anche quando il destinatario è sempre la medesima persona. Inoltre, ha descritto i vantaggi del Lightning Network per la privacy, spiegando come i pagamenti non vengano pubblicati sulla timechain principale, lasciando tracce solo tra i nodi coinvolti nel percorso. Facendo leva sul suo approccio pragmatico, Vaccari ha anche illustrato diversi livelli di sicurezza: da quelli base (paper wallet con indirizzo singolo) fino alle soluzioni più avanzate. Il suo messaggio chiave, in breve, è stato che la privacy non è binaria: esiste uno spettro di opzioni che dipendono dal contesto e dalle necessità individuali. Ognuno, insomma, deve trovare il proprio compromesso tra sicurezza e praticità, considerando il livello di rischio che è disposto ad accettare.
Il confronto tra normative: Italia vs Svizzera
Vaccari ha poi dedicato particolare attenzione alle differenze normative tra Italia e Svizzera, spiegando come le stesse influenzino le possibilità di mantenere la privacy. In Italia, ad esempio, gli exchange online trasmettono i documenti direttamente ai governi, non è possibile usare contanti oltre certe soglie, le transazioni devono essere comunicate periodicamente e arriverà presto anche la travel rule - che obbliga a condividere i dati di mittente e destinatario per ogni transazione - senza soglie minime di esenzione. In Svizzera, invece, in tal senso la situazione è migliore, perché i documenti rimangono presso l'exchange locale, non c'è obbligo di trasmissione ai controlli centrali, ed esistono soglie minime sotto i mille franchi negli ultimi 30 giorni che non richiedono documenti aggiuntivi approfonditi. Il protagonista di questa ennesima puntata di Accademia S₿AM, ha però anche frenato gli entusiasmi, lanciando un monito importante: con lo scambio automatico di dati bancari e l'arrivo del registro pubblico dei titolari effettivi, anche la Svizzera sta vedendo un progressivo restringimento delle libertà finanziarie.
Un diritto fondamentale da difendere
Vaccari ha concluso il suo intervento sottolineando che la privacy è un diritto fondamentale. Ha citato una frase che considera essenziale: «Sostenere di non preoccuparsi della privacy perché non si ha nulla da nascondere è come dire che non interessa la libertà di parola perché non si ha nulla da dire». Facendo leva su un esempio “domestico”, ha reso il concetto immediato: «Tutti hanno le tende a casa perché vogliono privacy. Se qualcuno vuole stare in casa come preferisce, sono affari suoi e solo suoi». L'intervento di Vaccari, quindi, ha dato nuova linfa al ciclo di giugno di Accademia S₿AM dedicato alla privacy digitale. Come annunciato dallo stesso S₿AM in fase di presentazione, lunedì 30 giugno, dalle 18, è previsto un ulteriore incontro gratuito con Leonardo Comandini, per approfondire tali argomenti in modo ancora più hands-on, sempre presso il PoW.space di Lugano.