La COO di AnchorWatch, Becca Amilee Rubenfeld, ha spiegato a Lugano alcune funzionalità di programmazione di BTC, come Miniscript e Timelock, e in che modo possano abilitare soluzioni di custodia di Bitcoin più sicure
Un decennio trascorso svolgendo ruoli manageriali in Starbucks. Poi la “folgorazione Bitcoin”, tradottasi inizialmente in un hobby che pian piano ha preso una piega decisamente diversa, quasi totalizzante. Becca Amilee Rubenfeld è stata tra le speaker più innovative ed apprezzate della terza edizione del Plan ₿ Forum. Co-fondatrice e Chief Operating Officer di AnchorWatch, è andata in scena sul palco tecnico del Palazzo dei Congressi di Lugano, il P2P Stage, dove ha spiegato come le caratteristiche programmabili della prima e più nota valuta digitale al mondo possano essere sfruttate per sviluppare soluzioni di custodia avanzate e sempre più sicure.
Da Starbucks a Bitcoin: il percorso di Rubenfeld
«Il mio interesse per Bitcoin è nato come passione personale, poi ho capito che potevo metterlo al servizio della mia esperienza nel business, per creare qualcosa di innovativo». Questo "qualcosa" è AnchorWatch, un’azienda che offre soluzioni di custodia assicurate da Lloyd's di Londra contro una vasta gamma di rischi, in particolare il furto delle chiavi del proprio wallet. «Siamo i primi al mondo a offrire a clienti retail e commerciali polizze assicurative one-to-one a copertura del valore totale dei loro BTC in custodia».
Trident: custodia e assicurazione grazie a Miniscript
Il cuore della soluzione di AnchorWatch è “Trident”, basato su Miniscript, linguaggio di programmazione che permette di esprimere condizioni di spesa complesse su Bitcoin. «Miniscript ci consente di combinare in modo flessibile firme, timelock e hashlock per creare vault personalizzabili e verificabili», ha spiegato Rubenfeld. «Questo ci permette di offrire quello che chiamiamo 'controllo negativo': la capacità di richiedere più firme senza mai dare la gestione unilaterale a nessuna delle parti». Un esempio concreto è il vault usato da AnchorWatch per le polizze assicurative: «All'inizio richiede 2 firme su 3, sia nostre che del cliente. Poi, dopo un certo periodo, si 'degrada' a 1 su 3 per il cliente e 2 su 3 per noi. C'è anche un livello di recupero che ci permette di intervenire in caso di perdita delle chiavi. E, alla scadenza della polizza, diventa completamente gestibile dal cliente».
Miniscript, timelock e oltre: le frontiere della programmabilità
Rubenfeld ha in seguito messo a fuoco le varie funzionalità di Miniscript, come la possibilità di creare "gerarchie di chiavi" (ad esempio richiedendo sempre la firma di un CFO), le differenze tra timelock assoluti e relativi, e l'uso degli hashlock per servizi di oracle e prestiti in BTC. Queste funzionalità non esauriscono il potenziale della programmabilità di Bitcoin, ha precisato, «ma Miniscript è il modo più immediato per comporre condizioni di spesa avanzate».
La sfida: bilanciare sicurezza, privacy e usabilità
Rubenfeld non ha nascosto, infine, le sfide che ancora attendono soluzioni come Trident: «C'è un trade-off tra sicurezza, privacy e usabilità. Ad esempio, i descrittori di output di Miniscript sono human-verifiable, ma possono rivelare informazioni sulla struttura del vault. In futuro, l'integrazione con tecniche come Miniscript Tap e le firme threshold (Frost o Mus) potrebbe migliorare la privacy». Altro nodo importante è il supporto da parte degli hardware wallet: «Più produttori integreranno queste funzionalità, più sarà facile per gli utenti adottare queste soluzioni. Stiamo sfruttando la natura trustless e programmabile di Bitcoin per offrire livelli di protezione senza precedenti per i patrimoni digitali».
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