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ZURIGOProfondo rosso a Zurigo

23.04.14 - 15:28
I crediti d'imposta per UBS riducono il gettito fiscale a Zurigo
Foto d'archivio (Keystone)
Profondo rosso a Zurigo
I crediti d'imposta per UBS riducono il gettito fiscale a Zurigo

ZURIGO - Per quest'anno la Città di Zurigo prevede un disavanzo di 213,8 milioni di franchi. Queste cifre rosse dipendono almeno in parte dal minor gettito fiscale, che a sua volta è parzialmente determinato dalla riduzione delle imposte versate da uno dei maggiori contribuenti, ossia UBS. Malgrado importanti utili - 3,17 miliardi di franchi nel 2013 - il numero uno bancario elvetico non versa un franco di tasse sull'utile nelle casse pubbliche grazie ai cosiddetti "crediti d'imposta". Questi sono stati voluti dal legislatore per assicurare la perennità delle imprese al di là di esercizi conclusi in rosso.

Da oltre 50 anni i "crediti d'imposta" o "riporti delle perdite" permettono infatti alle aziende di ridurre la fattura fiscale deducendo per un periodo di sette anni al massimo le perdite subite in un esercizio contabile precedente.

In materia, il parlamento svizzero nel raffronto internazionale appare piuttosto restrittivo, dice all'ats il fiscalista e professore ginevrino Xavier Oberson. Negli Stati Uniti le deduzioni possono estendersi per un periodo di 20 anni; la Gran Bretagna addirittura non fissa alcun limite temporale.

Queste complesse operazioni contabili, più volte criticate nei media, non equivalgono a un totale condono d'imposta. Anche se UBS non paga alcuna imposta sull'utile sin dal 2008, quando sui risultati della banca pesò per la prima volta la crisi finanziaria, l'istituto rimane un contribuente di peso in Svizzera, relativizza il portavoce Jean-Raphaël Fontannaz. La banca paga infatti imposte sul capitale, professionali e immobiliari.

Resta il fatto che sugli utili UBS non paga nulla, anche quando, come nel 2012, le perdite di 2,48 miliardi sono dovute tra l'altro ad accantonamenti per regolare la truffa relativa al Libor, di cui la grande banca è uno degli autori. È lo stesso parlamento che non vuole mettere in discussione la pratica anche in caso di perdite legate a multe.

Lo scorso settembre UBS Securities Japan è stata condannata per aver manipolato il Libor (il tasso di riferimento interbancario in base al quale le banche si prestano il denaro fra di loro) da un giudice statunitense. La filiale della prima banca svizzera aveva accettato di dichiararsi colpevole e di pagare 100 milioni di dollari (93 milioni di franchi) di multa nell'ambito di un accordo extragiudiziale più ampio con le autorità americane che interessa anche la casa madre e che riguarda un multa per un totale di 1,5 miliardi di dollari.

Il rapporto d'esercizio di UBS per il 2013 presenta riporti delle perdite totali di 28,9 miliardi di franchi, di cui 6,1 miliardi per la Svizzera. La parte più cospicua dei crediti d'imposta, pari a 19,1 miliardi, riguarda gli Stati Uniti, a causa della forte presenza sul loro territorio della divisione investment banking. In Gran Bretagna, la somma è di 2,8 miliardi.

Considerando le imposte sul capitale, professionali e immobiliari nonché le tasse pagate dai dipendenti, UBS tra il 2010 e il 2012 ha versato ogni anno quasi un miliardo di franchi al fisco svizzero, sottolinea Fontannaz.

La seconda banca elvetica, Credit Suisse, ha sofferto meno della crisi finanziaria e, conseguentemente, ha fatto segnare perdite nettamente meno sostanziose di UBS.

In occasione della presentazione del preventivo 2014 della Città di Zurigo lo scorso settembre, il municipale Daniel Leupi (Verdi), responsabile del dicastero delle finanze, aveva annunciato che uno dei due grandi istituti di credito inizierà l'anno prossimo a pagare imposte sugli utili. Per motivi legati al segreto fiscale, il municipale ecologista non aveva voluto rivelare il nome della banca.

Molto più chiaro era stato un anno prima il suo precedessore: Credit Suisse dovrebbe iniziare a versare imposte "in dosi omeopatiche" nel 2014, mentre "UBS non potrà pagarle prima del 2017", aveva dichiarato il liberale radicale Martin Vollenwyder.

La città sulla Limmat ha chiuso i conti 2013 con 14 milioni di franchi di maggiori entrate e 8,215 miliardi di spese complessive. Il preventivo calcolava un disavanzo di 95 milioni. Al miglioramento del risultato hanno contribuito in particolare le entrate delle vendite di terreni che hanno superato di 73 milioni il preventivo.

Secondo i piani finanziari, Zurigo, non solo a causa di UBS, rimarrà in rosso nel futuro prossimo: -213,8 milioni quest'anno, -300 nel 2015, -422 nel 2016 e -441 nel 2017. I previsti moderati aumenti del gettito fiscale non permetteranno di raggiungere la parità. La Città ha avviato un esame dei compiti.

ats

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