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CINAÈ un editore scomodo, la polizia lo fa sparire

23.01.18 - 06:01
Non si conoscono le sorti di un editore di base a Hong Kong con cittadinanza svedese che negli scorsi anni attraverso le sue pubblicazioni ha screditato i leader del Partito Comunista Cinese
È un editore scomodo, la polizia lo fa sparire
Non si conoscono le sorti di un editore di base a Hong Kong con cittadinanza svedese che negli scorsi anni attraverso le sue pubblicazioni ha screditato i leader del Partito Comunista Cinese

PECHINO - Si erano già perse le tracce di Gui Minhai (53 anni) e di altri quattro editori di Hong Kong nel 2015. Di Gui non si ebbero più notizie fino al momento in cui, nell’ottobre 2017, era stato formalmente posto in semi-libertà dalla polizia cinese, che in questi ultimi mesi lo ha tenuto sotto stretta sorveglianza nella città di Ningbo.

Una notizia, questa, che, malgrado tutto, ai parenti, così come ai sostenitori del 53enne, aveva fatto tirare un sospiro di sollievo fino a sabato, giorno in cui dell’editore si sono perse di nuovo le tracce.

In compagnia di due diplomatici europei, Gui stava viaggiando a bordo di un treno che lo avrebbe dovuto portare a Pechino per dei controlli medici - sembra soffra di una rara patologia neurologica -, ma nella capitale non è mai arrivato.

Secondo quanto ha raccontato la figlia dell’editore - Angela Gui - al Guardian, prima che il convoglio arrivasse a Pechino, il 53enne è «stato stato fermato e scortato giù dal treno da una decina di agenti in borghese». «Ora non ho idea di dove possa trovarsi», ha aggiunto.

Il New York Times, nel contempo, ha parlato con John Kamm, un attivista per i diritti umani americano che ha lavorato sul caso: «Gui Minhai mostra sintomi di una grave malattia neurologica - ha spiegato Kamm alla testata - Sintomi che prima di essere preso in custodia nel 2015 non aveva».

Al riguardo della patologia, parlando col Guardian, si è espressa anche la figlia dell’editore: «Vorrei che mio padre venga immediatamente rilasciato, così da poter tornare in Svezia e ricevere le cure mediche di cui ha urgente bisogno».

In favore di Gui si sta muovendo inevitabilmente anche Stoccolma. Patric Nilsson, il portavoce del ministero degli Esteri svedese, parlando con i media, ha riferito che «è stata intrapresa un’azione di alto livello politico». «La situazione sarà gestita con la massima serietà», ha concluso.

 

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