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AUSTRALIARicostruito il primo sbarco dell'uomo in Australia 65mila anni fa

22.05.18 - 10:25
Si trattò di esperti navigatori, che compirono un lungo viaggio n un gruppo di 100-200 individui
Keystone
Ricostruito il primo sbarco dell'uomo in Australia 65mila anni fa
Si trattò di esperti navigatori, che compirono un lungo viaggio n un gruppo di 100-200 individui

CANBERRA - Il viaggio dei primi esseri umani per raggiungere l'attuale Australia, 65 mila anni fa, è stato ricostruito grazie ai più nuovi strumenti della scienza. È ora dimostrato che si trattò di esperti navigatori, che compirono un lungo viaggio accuratamente programmato di 'island hopping', di passaggi da un'isola all'altra, in un gruppo di 100-200 individui la cui impronta genetica è rimasta negli abitanti aborigeni dell'Australia settentrionale.

Lo studio condotto da una squadra di archeologi e tecnici di due università australiane e di enti di ricerca, pubblicato sulla rivista Quaternary Science Reviews, descrive come esperti di arte rupestre, scienziati del Dna e ricercatori delle correnti marine attorno all'Australia, hanno collaborato per dimostrare che i primi punti di sbarco di umani sono stati lungo una catena di oltre 100 isole, allora abitabili ma in seguito sommerse, al largo della costa nord occidentale dell'Australia.

Per identificare tali punti di sbarco sono state eseguite mappature delle profondità marine e simulazioni di viaggio, lungo centinaia di possibili rotte di imbarcazioni salpate da tre località nelle isole Timor e Roti nel sudest asiatico. «Dovevano avere imbarcazioni buone e ben fornite di provviste per attraversare 80-90 km di oceano», scrive l'archeologo Sven Ouzman dell'University of Western Australia, parte di una squadra multidisciplinare con colleghi della James Cook University, dell'ente nazionale di ricerca Csiro e del Centre for Excellence for Australian Biodiversity and Heritage.

Gli studiosi hanno utilizzato tecniche di modellazione di avanguardia per imitare i venti e le correnti oceaniche che i navigatori preistorici potevano aver affrontato, e i loro modi di remare, mentre procedevano verso sud. «Non si è trattato della proverbiale donna incinta su un tronco galleggiante che avrebbe raggiunto la terraferma e dato inizio a una popolazione», spiega Ouzman. «Si è trattato di abili navigatori marittimi partiti in un viaggio deliberato per scoprire nuove terre».

Scienziati dell'Australian Centre for Ancient Dna hanno contribuito con modellazioni genetiche dal Dna mitocondriale di lignaggi viventi di australiani indigeni, per mostrare che il pool genetico originale risale a una popolazione fondante di un massimo di 200 persone giunte in una dozzina di imbarcazioni. «Si tratta di esseri anatomicamente e cognitivamente umani, che hanno superato ogni genere di sfide per arrivare fin qui dal sudest asiatico. Fu un'impresa programmata, venivano per colonizzare, e nell'arco di poche migliaia di anni erano presenti in tutto il continente».

Secondo il professor Peter Veth dell'University of Western Australia, la ricerca fornisce «un esempio primario della straordinaria rilevanza del patrimonio culturale del nordovest dell'Australia, che ridefinisce la nostra comprensione globale dell'umanità e celebra le realizzazioni dei primi australiani».
 
 

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